Appena qualche foglia, ad ora ad ora,
nei mandorli si muove sornuotanti
a un mar di messi che nel sol s’indora.
Nessun
uccello in tanta pace vola;
sol laggiú le calandre saltellanti
trillano con la gioja nella gola..
E
qui, tra il grano, par che un grillo metta
un frullo d’ali, a tratti. Oggi è per voi,
messi, l’ultimo dí: l’aja vi aspetta.
Sarà
grano per noi, come ogni frutto
di quest’alberi qui sarà per noi
e quel degli orti e quel dei prati: tutto.
Chi
maledir può qui la terra? Il canto
degli uccelli, – Ti siam grati, – le dice, –
Or sei stanca, riposa: hai fatto tanto.
Luigi Pirandello
Partendo dall'etimologia, vigilia deriva dal latino vigilia. Con questo vocabolo latino s'indica propriamente la veglia notturna, ma da questo primo significato ne derivarono altri nella terminologia ecclesiastica. Presso molti popoli e in tutti i tempi la notte, per il silenzio e l'oscurità, fu ritenuta molto opportuna per dedicarsi alla preghiera.
Dante usa questo vocabolo anche nel canto XXVI del Paradiso, ad indicare l'atto del destarsi; nel canto XV del Purgatorio, con il significato di ritorno alla conoscenza; ancora una volta nel canto XXIX del Purgatorio, per indicare la veglia (dalla rete).
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