mercoledì 2 luglio 2025

Poesia e riflesso

Il castello dei fantocci

Vi sono alla proda del tetto
quattordici teste di marmo
corrose e annerite dal tempo.
La gente le chiama «i fantocci».
Il grande castello è senza finestre.
La piccola porta di legno, corrosa dal tarlo,
è scossa dal vento e sembra cascare.
La gente passando si volge e procede
davanti al castello ch’è senza finestre.
Si sa di broccati, di seggiole d’oro,
di mobili grandi cosparsi di gemme,
di cofani zeppi di perle e rubini: un tesoro.
La gente passando si volge e procede
davanti al castello ch’è senza finestre.
La piccola porta di legno, corrosa dal tarlo,
è scossa dal vento e sembra cascare,
si dice: «dal tetto si vede il bel mondo!».
E solo «i fantocci» lo stanno a guardare.

Aldo Palazzeschi

Residui di ricordi come
bolle di sapone in aria;
la mente ritorna spesso
allora ricompone ancora... 
 
"Il Castello dei Fantocci" 

è un'opera che, attraverso la metafora di fantocci su un castello, esplora il tema della distanza tra la vita reale e la sua rappresentazione, nonché la condizione umana di alienazione e ricerca di significato.
L'opera riflette sulla percezione della realtà, spesso filtrata da una visione limitata o idealizzata, e sul ruolo dell'individuo in un mondo complesso e incomprensibile.
(dalla rete)

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