mercoledì 2 luglio 2025

Poesia e riflesso

Il castello dei fantocci

Vi sono alla proda del tetto
quattordici teste di marmo
corrose e annerite dal tempo.
La gente le chiama «i fantocci».
Il grande castello è senza finestre.
La piccola porta di legno, corrosa dal tarlo,
è scossa dal vento e sembra cascare.
La gente passando si volge e procede
davanti al castello ch’è senza finestre.
Si sa di broccati, di seggiole d’oro,
di mobili grandi cosparsi di gemme,
di cofani zeppi di perle e rubini: un tesoro.
La gente passando si volge e procede
davanti al castello ch’è senza finestre.
La piccola porta di legno, corrosa dal tarlo,
è scossa dal vento e sembra cascare,
si dice: «dal tetto si vede il bel mondo!».
E solo «i fantocci» lo stanno a guardare.

Aldo Palazzeschi

Residui di ricordi come
bolle di sapone in aria;
la mente ritorna spesso
allora ricompone ancora... 
 
"Il Castello dei Fantocci" 

è un'opera che, attraverso la metafora di fantocci su un castello, esplora il tema della distanza tra la vita reale e la sua rappresentazione, nonché la condizione umana di alienazione e ricerca di significato.
L'opera riflette sulla percezione della realtà, spesso filtrata da una visione limitata o idealizzata, e sul ruolo dell'individuo in un mondo complesso e incomprensibile.
(dalla rete)

martedì 1 luglio 2025

Lettere

Scriverò per te lettere brevi,
o lunghe, piene di cose stanche
o risapute in grado di essere
colpi al cuore che batte...

Che due esseri umani si riconoscano l’un l’altro non è soltanto splendido; ma è della più grande importanza che si incontrino nel momento giusto e che insieme celebrino feste profonde e silenziose in cui crescere uniti nel desiderio per essere uniti contro le tempeste.

Quanti esseri umani si sono sfiorati ignorandosi per non aver trovato il tempo di abituarsi l’uno all’altro; prima che due siano infelici assieme, devono insieme essere stati beati e avere un comune santo ricordo, che custodisca un uguale sorriso sulle loro labbra e un’uguale nostalgia nelle loro anime.

Diventano allora come fanciulli che abbiano goduto insieme una festa di Natale; quando trovano alcuni minuti di respiro nei lunghi, pallidi giorni, si siedono assieme e si raccontano con guance infuocate della notte splendente di luci e odora di abete…
Esseri come questi passano attraverso tutte le tempeste. Lo sento!

Rainer Maria Rilke

Le "Lettere d'amore" di Rainer Maria Rilke non sono propriamente una raccolta di lettere d'amore nel senso tradizionale, ma piuttosto una serie di epistolari che contengono riflessioni profonde sull'amore, la vita, la solitudine e la creazione artistica.
(dalla rete)