Una leonessa sui monti di Libia o Scilla
che dentro ringhia sordamente, chi,
chi t'ha generato con l'animo cosí inumano
e duro da disprezzare il grido che t'implora
nella sventura estrema, cuore, cuore selvaggio?
Publio Valerio Catullo
Domande percuotono la mente
durante i freddi pensieri e Novembre
conduce a mano le impalpabili nebbie;
rimane gelo nel cuore, anche ora...
Nel carme 60 Catullo si rivolge all’amata, che molti identificano con
Lesbia, che ancora una volta ignora o peggio, deride, le sue attenzioni e
le sue premure; questa viene paragonata agli esseri più crudeli che
riesce a immaginare Catullo, come le leonesse di Libia o il mostro
Scilla, in effetti insultandola, al fine di sottolineare la sua
cattiveria e sperare forse in un pentimento che possa portare la sua
amata a considerarlo ancora.
(dalla rete)
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