Con l'enigmatico titolo "Generalizzando", Giorgio Caproni
fa riferimento allo smarrimento dell’uomo moderno, alla perdita di
identità provocata dalla frenesia del mondo neocapitalistico che poneva
l’umanità in secondo piano rispetto al guadagno, al Dio denaro, in una
dimensione in cui la collettività aveva ormai inglobato e annullato
l’individuo.
Generalizzando
Tutti riceviamo un dono.
Poi, non ricordiamo più
né da chi, né che sia.
Soltanto ne conserviamo
– pungente e senza condono –
la spina della nostalgia.
Giorgio Caproni
Un’immagine metaforica: la “spina della nostalgia”; il significato è da ricercare nell’origine della parola: nella lingua greca infatti nòstos vuol dire ritorno, dunque “dolore del ritorno”.
Ogni ritorno sconfina e attiva
melodrammatici gesti del cuore;
dal blu rientro nel grigio che sfuma
in attimo di normale quotidiano...
Rimane dunque questa cosa che è la nostalgia, quasi un qualcosa da stringere tra le mani come si farebbe con un fiore
contornato di spine.
Il nostro vagare, secondo questa proposizione, non è
che un tornare all’origine, il tentativo di rintracciare quel dono,
come per colmare un vuoto, sanare una ferita.
(dalla rete)
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