martedì 23 luglio 2024

Tratti sfumati

Sogno di una notte d'estate

Si distende la notte alta e tranquilla
Sovra i liguri poggi e sul tirreno
Addormentato mar: vibra e sfavilla
D’infinite fiammelle il ciel sereno.

Io dormo, e sogno, e veggo a poco a poco
Schiudere il grembo e coronar lo stelo,
Accesa in dolce ed amoroso foco,
Una gran rosa nel profondo cielo.

Il suo lume le quete ombre dirada,
E sulle foglie tenere e novelle,
Come gocce di limpida rugiada
Per l’azzurro seren piovon le stelle.

E pel seren, dall’inesausto grembo
Del mar fremente di secreti amori,
Tumultuando, turbinando, un nembo
Sale di vaghi e coloriti fiori.

Sale dall’onde a mo’ di fluttuosa
Nube che pel diffuso etra si spanda,
E ruota, e intorno a quell’eccelsa rosa
Forma di vive gemme una ghirlanda.

E nel cor della rosa, ove più chiare
Ridon le grazie del vermiglio riso,
Simile a un astro sfolgorante appare,
Cara adorata, il tuo giocondo viso.

Arturo Graf

Sfumato 
è un aggettivo che indica qualcosa di svanito, dissolto, 
di colore sfumato o di contorno indistinto. 
È anche un sostantivo che si riferisce 
a un procedimento pittorico
a un tessuto o a un effetto fotografico.
 
Vagheggiano i tratti sfumati
di un volto che appare lontano;
rimane, nel cuore un sussulto,
  negli occhi un barlume di sole... 
 
Lo sfumato è quindi una tecnica pittorica che tende a sfumare, appunto, i contorni delle figure, con sottili gradazioni di luce e colore che si fondono impercettibilmente. 
Il primo a fare largo uso e a diffondere tale tecnica fu Leonardo da Vinci, che con i suoi viaggi la rese popolare in aree quali la Lombardia e in Veneto; a Venezia, tramite la rielaborazione di Giorgione, del giovane Tiziano e di altri pittori portò alla nascita del tonalismo.
(dalla rete)

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