Stringiti a me
Stringiti a me,
abbandonati a me,
sicura.
Io non ti mancherò
e tu non mi mancherai.
Troveremo,
troveremo la verità segreta
su cui il nostro amore
potrà riposare per sempre,
immutabile.
Non ti chiudere a me,
non soffrire sola,
non nascondermi il tuo tormento!
Parlami,
quando il cuore
ti si gonfia di pena.
Lasciami sperare
che io potrei consolarti.
Nulla sia taciuto fra noi
e nulla sia celato.
Oso ricordarti un patto
che tu medesima hai posto.
Parlami
e ti risponderò
sempre senza mentire.
Lascia che io ti aiuti,
poiché da te
mi viene tanto bene!
Gabriele D'Annunzio
“Stringiti a me” racconta di un amore incrollabile. Celebra la forza di un sentimento vero, autentico, capace di ogni cosa. Gli imperativi che costellano il componimento lo rendono incisivo, potente, in grado di creare immagini e visioni.
Tratta da “Il fuoco”, “Stringiti a me” è una poesia con cui l’autore invita la sua compagna ad avvicinarsi senza riserve, a fidarsi, ad aprirsi. Perché non c’è amore vero senza la sincerità e la sicurezza. L’immagine attraverso cui D’Annunzio ricrea l’idea di un amore autentico e coinvolgente è quella dell’abbraccio iniziale.
È come se, stringendosi l’uno all’altra, gli innamorati si fondessero
in un solo essere, sereno anche durante le tempeste perché consapevole
di essere forte e, soprattutto, protetto (dalla rete).
Passionevole amore grida
sogni, desiderata, lontani;
pregresso contesto rivedo
volto che ricoprii di baci...
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