O fior caro e gentile,
O fior di poesia,
Com’è pura e sottile,
Com’è soave e pia
La tua fragranza!
Tu volentier fra ’l duolo,
Nella cenere nasci,
Ed ignorato e solo
Di lacrime ti pasci
Senza speranza.
Chi di sua sorte pago
Altra sognar non osa;
Chi d’oro e d’onor vago
Un solo dì non posa,
Mal ti conosce.
Ma quei che derelitto
Visse i dì nel dolore;
Ma quei ch’ebbe trafitto
L’intelletto ed il core
Di mille angosce;
Quegli che titubante
Un mattino ti colse,
E disïoso amante
Al suo crine t’avvolse
Con man commossa;
Quei ti conosce e t’ama,
Né cura altra lusinga,
E l’ultima sua brama
È che tu gli dipinga
L’umile fossa.
Né cura altra lusinga,
E l’ultima sua brama
È che tu gli dipinga
L’umile fossa.
Arturo Graf
la mano, il cuore, la mente;
come un sogno carezza e culla
l'anima spesso sola e pesante...
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