giovedì 8 febbraio 2024

Serapide

Dal Foro dove ciondolavo il mio buon Varo
mi porta a casa di una sua ragazza,
una fichina che a prima vista mi parve
non priva di qualche grazia, quasi carina.
Giunti da lei ci si mise a parlare
di tante cose e fra queste della Bitinia,
il suo stato, le sue condizioni politiche,
i guadagni che mi avrebbe fruttato.
Risposi la verità: a nessuno di noi,
pretori o gente del seguito, era toccato
di tornarsene col capo piú profumato,
vedi poi se ti capita in sorte un fottuto
di pretore che del seguito se ne infischia.
'Ma almeno' m'interrompono 'avrai comprato
ciò che dicono la specialità del luogo,
dei portatori di lettiga.' Io per farmi
con la donna un po' piú fortunato degli altri:
'Non mi è andata poi cosí male,' le rispondo
'considerata quella terra maledetta:
ne ho cavato otto uomini robusti.'
In realtà non ne avevo neppure uno,
qui a Roma o laggiù, in grado di reggere
sul collo una vecchia brandina sgangherata.
E quella con la sua facciatosta mi fa:
'Catullo mio, dovresti prestarmeli un attimo,
te ne prego, voglio farmi portare al tempio
di Seràpide.' 'Un momento, dico, ragazza,
ciò che poco fa ho detto di possedere,
m'ero distratto: è un amico mio,
Gaio Cinna, che se l'è procurato.
D'altra parte, suoi o miei, che importa?
Me ne servo come fossero miei.
Ma tu sei proprio sciocca e impertinente
se non ammetti che ci si possa distrarre.' 

Publio Valerio Catullo

Serapide venne raffigurato come uno Zeus o un Ade, barbuto assiso in trono, con sul capo il basso diadema greco o la corona atef di Osiride, con doppia piuma e corna d'ariete. Il carattere di Dio dei defunti e della vegetazione, proprio di Osiride, rendeva Serapide assimilabile, per i Greci, ad Ade e a Dioniso insieme, mentre la capacità nelle guarigioni lo assimilava di Esculapio. Serapide era anzitutto un dio del mondo sotterraneo, egli proteggeva anche ogni sorta di fecondità, particolarmente quella della terra; dettava e compiva miracolose guarigioni.
 
Nel senso del sesso si scopre spesso
la fragilità umana di donne e uomini;
appesi al piacere dissimulano amori,
tutto finisce e si spengono passioni...
 
Il Tempio di Serapide sul Quirinale. Per circa 1400 anni, dal III al XVII secolo, lo skyline del colle Quirinale fu caratterizzato da un gigantesco tempio; col passare del tempo, un pezzo dopo l'altro, l'edificio scomparve, il tempio di Serapide del Quirinale a Roma era il più grande e sontuoso tempio del colle, i cui resti sono tuttora visibili tra palazzo Colonna e l'Università Gregoriana (dalla rete).

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