giovedì 23 marzo 2023

Pensare alla morte

Pensare alla morte permette di vivere meglio, imparando a godere di ogni singolo giorno e a ricercare sempre il meglio da esso. Questo implica anche il saper prestare attenzione alle piccole cose, quelle apparentemente più stupide e che, in genere, vengono date per scontate.
 

Siate sereni e docili alla morte, tutto
questo è per gli umiliati che non sanno
di un confine: essere nell’assenza dei bambini
come una consolazione. Non dicono
stringono le mani —malleoli, occhi
nella mia bocca annusano la tua morte
come i cani che si svegliano la notte.
Sanno del loro semplice potere
i Nominati, la prima volta che
veniamo, la prima volta che
ce ne andiamo. E mi stringono
nell’impazienza della resa
ti riconoscono al tatto, sputano il
latte della giornata. Siamo con te
dicono, non andartene oltre
lasciaci il pane, il rimprovero
le parole che ti dobbiamo.
 

Sebastiano Aglieco

 

La consapevolezza della morte consente anche di evitare i rimpianti, che rappresentano un grande fattore di malessere perché portano le persone a rendersi conto di aver tralasciato occasioni importanti che non potranno più recuperare.
Uno dei rimpianti più diffusi nelle persone in fin di vita riguarda il non aver investito a sufficienza sulle relazioni sociali.

 

Alla morte, si sà, pensano i vivi
nei loro discorsi sul dopo, sul dove
passeremo notti pensando, soffrendo,
in un crescendo di dubbi e tormenti...
 
Se si tiene ben presente che il nostro tempo è limitato, si possono usare le proprie energie e risorse per le cose considerate più importanti, tralasciandone altre.
Il pensiero della morte, quindi, può essere una bussola di orientamento nella vita.
(Erica Tinelli, dalla rete)

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