giovedì 16 febbraio 2023

Mestizia crepuscolare

L’opera, datata 1899, è un raffinato studio di controluce, un tema piuttosto diffuso nell’ambiente dei divisionisti lombardi perchè dava modo di esercitarsi sul tema dell’ombra colorata. 
Il dipinto è calato a pieno nel clima di fervida sperimentazione della tecnica divisionista che caratterizza la produzione di Giovanni Battista Ciolina (Toceno -NO-, 1875-1955) a cavallo tra Otto/Novecento. 
Quando attacantonati i temi di marca simbolista e la stesura filamentosa, l'artista rivolge il suo interesse alle ricerche sulla luce e ai soggetti di vita contadina, coltivati da Angelo Morbelli e Giuseppe Pellizza da Volpedo, sforzandosi di applicare con maggior rigore ma pur sempre in un'accezione del tutto libera e personale le leggi della scomposizione del colore. 
L'opera si trova in esposizione permanente a Novara presso la galleria Giannone.
 
Giovanni Battista Ciolina
"Mestizia crepuscolare"
 

Nel crepuscolo le cose che amo
indistinte si affacciano al vero;
come cornici di quadri famosi
siamo corollario ai troppi sogni...
 
La tomba dei saggi

Non possono far altro che discutere di capre

lentamente sorseggiano un the – si addensa il crepuscolo
persino su uno strato di aghi di pino oscilla la luna
l’albero che profuma di pino solido si sostiene
l’ombra dei monti circostanti – diffonde il cinguettio del giorno
una panca di pietra verde rinchiude il viaggiatore
nell’ascolto attento – a loro viene tolto l’accento
una tazza di porcellana raddensa la lontananza come giada
quando leggera si appoggia è ancora tiepida e trasparente

Yang Lian

 
La mestìzia s. f. [dal lat. maestitia; v. mesto]. – Sentimento di interna afflizione, affine alla tristezza, ma di questa più contenuto e persistente, che in genere presuppone un superamento del dolore, seguito da un fondo di rassegnata amarezza, e che talvolta può anche costituire un abituale atteggiamento dell’animo: sento in me una grande m.; ho il cuore pieno di m.; un senso di m. mi accompagna sempre; questi spettacoli accrescevano, a ogni passo, la m. del frate (Manzoni); soprattutto in quanto si rivela nell’aspetto, nell’espressione: volto atteggiato a m., a una dolce, soave, tranquilla m.; sulla sua fronte passò un’ombra, una nube di m.; i suoi occhi si velarono di m.; un’espressione di devozione e di venerazione, soffusa di m., le si diffonde sul viso (Pietro Citati) -TRECCANI-.

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