Senza dubbio la malinconia è grande fonte di ispirazione, tanto che
l’inchiostro della Letteratura di tutti i tempi ne è intriso e coloro
che sono profondamente toccati da questo intimo, quanto divino, sentire,
hanno dato vita a opere tra le più intense, coinvolgenti e struggenti
della storia dell’umanità. La malinconia è un sentimento superiore, non ha nulla a che vedere con una semplice e più comune tristezza, perché ha lo sguardo rivolto al mondo dentro di sé, fino ad acquisire la consapevolezza che i propri desideri per lo più resteranno irrealizzabili; è il desiderare che conta, con lo struggimento per quei sogni, capaci delle più profonde suggestioni, che vengono contrapposti alla caducità della nostra condizione.
Ho subìto un attacco di malinconia
ritrovandomi solo in mezzo alla terra
vedendo che il sole andava già via
per sprofondare lontano dalla mia sfera.
Il suo raggio luminoso non mi riscalda
la causa è la mia vita fredda come un’arca
nell’indifferenza che la tiene salda
e si tuffa lontano da quella stella.
Non mi resta che scrivere la mia mania
sperando che scrivendola possa calmarsi
e rimanere come un cavallo che si ferma
si volta e aspetta l’ora dell’avena
che schiaccerà lento fra i suoi grossi denti
per dimenticare l’immensità del tempo.
William Cliff
velocemente dissipo il sentore di triste
che avvolge l'anima perpetrando dolore,
mi avvio alla fine del sentiero, del bosco...
Il grande Victor Hugo diceva pensava e scriveva che “la malinconia è la gioia di essere tristi“.
La verità è che quando ci sentiamo malinconici tendiamo ad associare il
nostro stato d’animo alla tristezza, anche se ciò che stiamo ricordando
è, effettivamente, un momento felice del passato.
La malinconia non sarebbe possibile senza memoria.
È un sentimento che ci ricorda che ci manca qualcosa che un tempo c’è
stato, che ci faceva sentire bene, ma che non possiamo più recuperare (dalla rete).
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