Gelide parvenze, la vita acre dei segni
conosco. Non è finito lo spazio.
Io mi corrompo. Non so l’aurora quale il ladro
del tempo rapido senza scampo. È murmure
il suo sonno a una risposta a sommo
di una tomba nascosta che ti trasporta,
e, di trasporto in trasporto, è il suono
dell’essere felice, gioia non tersa
calma nel suo fondo. E se nel suo velo
un corpo dietro un passo senza peso
vede, triste io ti domando. I cieli
sono sciupati, emersi dentro un raggio.
Nell’isola che li contiene
è una rondine felice.
Lorenzo Calogero
Parvenze gelide sono quelle che non riusciamo a decifrare, le situazioni in cui il reciproco imbarazzo blocca qualunque possibile espressività. Allora tutto diventa difficile, la paura di commettere errori ci blocca in una fredda posizione statica. Così vorremmo abbracciare ma non lo facciamo, vorremmo baciare ma abbiamo paura. Anche parlare diventa arduo, così ci si dimena in discorsi sui massimi sistemi senza potere esprimere quello che realmente vorremmo... e dovremmo...
Gujil
Quando non si riesce a capire,
dove la situazione richiede un gesto;
da tempo è una fredda parvenza
quello che siamo, ciò che noi vogliamo...
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