Lo sguardo dei poeti
È piú acuto lo sguardo dei poeti.
È un giardino di casa per loro la natura.
In un’oscura selva gli altri uomini
cercano brancolando un’ardua via.
E l’unico bagliore, che come una favilla
effimera illumina talvolta il loro andare
di notte, è una breve sensazione
di magnetica occasionale vicinanza:
fugace nostalgia, fremito di un attimo,
sogno dell’ora del tramonto, gioia
immotivata che d’improvviso corre
nel cuore e d’improvviso fugge.
Konstantinos Kavafis
Quando lo
sguardo umano si posa sulle cose
non lo fa mai in maniera neutra.
Lo sguardo porta con sé un bagaglio più o meno ricco, una memoria.
Lo sguardo è complesso e, per conseguenza,
diventano complesse le cose che guarda.
Solo uno sguardo complesso può essere poetico
e cogliere la meraviglia laddove
chiunque altro vedrebbe piatti paesaggi abitudinari.
Ma lla curatrice di questa bella e emoticamente densa raccolta
va oltre la tradizionale distinzione tra l’io che guarda
e ciò che è guardato,
perché in queste pagine si assiste all’umanizzazione di cose e paesaggi
(dalla rete).
non lo fa mai in maniera neutra.
Lo sguardo porta con sé un bagaglio più o meno ricco, una memoria.
Lo sguardo è complesso e, per conseguenza,
diventano complesse le cose che guarda.
Solo uno sguardo complesso può essere poetico
e cogliere la meraviglia laddove
chiunque altro vedrebbe piatti paesaggi abitudinari.
Ma lla curatrice di questa bella e emoticamente densa raccolta
va oltre la tradizionale distinzione tra l’io che guarda
e ciò che è guardato,
perché in queste pagine si assiste all’umanizzazione di cose e paesaggi
(dalla rete).
chi può mai dire il confine incerto
tra recitare, rimare, scoprire il delirio;
in fondo si scrive per dare qualcosa a qualcuno
o solamente sperando che i posteri apprezzino...
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