Si sceglie la via del silenzio quando non si sa cosa dire, quando gli imbarazzi superano la voglia di parlare, di dirsi cose che gli altri non sono ingrado di dire.
Dopo un lungo silenzio
Parlare dopo un lungo silenzio è cosa giusta.
Perduti o morti gli esseri amati,
nascosta nell’abat-jour l’ostile lampada
e calate le tende sulla nemica notte
che si parli così tra noi e noi
su questo tema eccelso, l’Arte e il Canto.
La decrepitudine del corpo è saggia:
giovani ci siamo amati senza saperne nulla.
William Butler Yeats
Si vive spesso nell'equivoco tra sogno e realtà, non siamo ancora capaci di gestire situazioni, casi della vita, occasioni.
Il giudizio pesa, l'opportunità si aggroviglia come un'edera nel nostro essere, quindi si tace e silenziosamente si lascia che il fato ci porti conseguenze, fatti che però non sono mai risposte alle nostre domande.
Silenziosamente ci si rintana nei nostri più segreti anfratti alla ricerca di luoghi sicuri nei quali proteggere la dignità che ancora rimane, quella che nessuna ci potrà mai togliere, quella che abbia mo dentro di noi come un fardello intriso delle cose vitali, dei volti cari e lontani, dei volti vicini.
Il silenzio redime gli errori comportamentali e ci lascia in quel limbo di cose da sapere, da dire, da capire, che in fondo ci permette di darci le risposte che ci piacciono, quelle che vogliamo. Gujil
conto gli atti del mio respiro, nel silenzio,
vedo il petto che singhiozza, ritmico,
ridicolezza da piccolo dramma, scomposto,
rilascio frasi sconnesse, a casaccio, sui fogli...
Nessun commento:
Posta un commento