sabato 15 maggio 2021

Dal "Diario di un inguaribile vecchio" -9-

Diario di un inguaribile vecchio

inutili lacrime rigano a tratti
rosee guance di provati profili;
il tempo, la musica, le possibilità arpionate,
quando il respiro è fatica, quando è dolore...

-9-  

Non posso che nascondere la vergogna di piangere, gli stereotipi lo richiedono, le spiegazione lo costringono.
Questo contesto comprime tutto, la musica fatica a raggiungermi solo il silenzio viene percepito con i sensi protesi ad ogni minimo angolo di visione, con il cuore che spinge nelle arterie il sangue per sollevare il petto, nel buio, nelle solitarie convinzioni e nelle incertezze continue.
Non siamo che attimi nel gorgo del tempo, istanti soffiati dal vento impetuoso che accompagna uno svolazzare di sensazioni; i capelli più radi, le sopraciglia imbiancate, le rughe, le unghie, i contorni.
Il temporale ci avvicina l'anima anche se siamo lontani da noi, in quel viaggio che da sempre si vuole evitare troviamo le tante ragioni, le spiegazioni ai discorsi, i ragionamenti esclusivi.
Tacciamo le cose che vorremmo dire, ricacciamo in gola le parole che dovremmo urlare, in nome di un perbenismo affollato, pieno di ingiurie e pensieri retroattivi.

Il profilo delle montagne mi avvisa che non è loro la colpa, che dentro di me devo cercare risposte alle domande del cuore e nella mente un turbinio di sostanza produce scritti ed incarta sentimenti da vecchio nostalgico.

Il meccanismo delle convinzioni passa attraverso convenzioni radicate, insegnate ed assimilate come pietre miliari nel nostro percorso verso la meta che nessuno vorrebbe raggiungere mai.
Non esiste condizione peggiore di quella in cui ci vogliamo infilare vestendo panni di attempati e ridicoli eroi che fanno di piccole tragedie le loro sostanze vitali.
Ancora ci crediamo capaci di reggere l'urto del vivere.
Siamo inguardabili quando, tronfi di ciò che pensiamo di essere, pavoneggiamo gli specchi e i riflessi ci rimandano immagini che mai noi vorremmo apparire o vedere.
Sognamo mari infiniti e non siamo che minime alture di sabbia su spiagge che il vento riappiana in un nulla.
La verità è che non vogliamo le possibilità che desideriamo e, quando succedono, straniti corriamo come pulcini disorientati, timorosi di tutto e senza direzione.
Il silenzio del mattino si sta ora animando illuminato dalla luce del sole, mi guardo attento, scaccio paure e delusioni ma sento ancora in lontananza il brontolio del temporale che ancora ho in me, dentro.

Giovanni Segantini
"Dopo il temporale"

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