mercoledì 30 dicembre 2020

Pieno inverno

E' pieno inverno...

È pieno inverno, sono nudi gli alberi
tranne là dove si rifugia il gregge
stringendosi sotto il pino.
Belano le pecore nella neve fangosa
addossate al recinto. La stalla è chiusa
ma strisciando i cani tremanti escono fuori,
scendono al ruscello gelato. Per ritornare
sconsolati indietro. Avvolti in un sospiro
sembrano i rumori dei carri, le grida dei pastori.
Le cornacchie stridono in cerchi indifferenti
intorno al pagliaio gelato. O si acquattano
sui rami sgocciolanti. Si rompe il ghiaccio
tra le canne dello stagno dove sbatte le ali il tarabuso
e allungando il collo schiamazza alla luna.
Saltella sui prati una povera lepre,
piccola macchia scura impaurita
e un gabbiano sperso, come una folata improvvisa
di neve, si mette a gridare contro il cielo.

Oscar Wilde

Possiamo, perciò, paragonare il testo scelto a una fotografia, un’istantanea, scattata con le parole. Il poeta muove dalla constatazione che è un giorno d’inverno, si guarda attorno e annota sulla carta ciò che vede: gli alberi sono ormai spogli, eccetto un sempreverde al riparo del quale cercano ricovero le pecore. Tutti gli animali, domestici e selvatici, continuano, affaticati, la loro vita quotidiana nel silenzioso inverno (dalla rete).

la terra, fredda, è nascosta dal bianco,
lo strato di neve ha coperto e protegge;
siamo balia di intenti, di buoni propositi,
gocce di acqua che diventano ghiaccio...

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