Allora io vidi alcuna alzare il dito
al labbro ed implorar con occhi mesti.
Onde: – Sorella, – io l'ammonii, – con questi
miei detti io forse un duolo oscuro irrito.
Ma non ti turbi s'anche paia ardito
miei detti io forse un duolo oscuro irrito.
Ma non ti turbi s'anche paia ardito
il mio parlar. Ben più te ne dorresti
s'io mascherassi sotto gaie vesti
l'aspro mal ch'ogni gioia ci ha rapito.
lievissimo d'assenso. La sua diaccia
mano mi porse reclinando il viso.
questa ferita. È ben che occulta io giaccia:
ma tu, per quel ch'io tacqui e piansi, parla.
Amalia Guglielminetti
Tacere è fare silenzio, cessando di fare chiacchiere
inopportune o fastidiose; spec. all'imperativo: voi due, t. e
seguite la lezione!; t., non sai quello che stai dicendo; anche, con
fare causativo: fai t. i ragazzi, sto lavorando!; prov. chi tace acconsente, se non si esprime esplicitamente il proprio rifiuto a qualcosa, vuol dire che lo si accetta (dalla rete).
tacere, un pregio al giorno d'oggi,
tutti parliamo di tutto, siamo esperti;
dovremmo riacquistare il silenzio,
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