giovedì 16 aprile 2020

Penelope

La Penelope Vaticana,  marmo romano,
metà del V secolo a.C.,
Musei Vaticani
Penelope
(gr. Πηνελόπεια, -ας, poi Πηνελόπη, -ης; lat. Pēnĕlŏpe, -es)
è una figura della mitologia greca, figlia di Icario e di Policaste (o di Peribea), moglie di Ulisse, madre di Telemaco, Poliporte e Arcesilao. Discendeva da parte di padre dal grande eroe Perseo (Icario era suo nipote) ed era cugina di Elena.
Prende il nome da un mito riguardante la sua infanzia: quando nacque fu gettata in mare per ordine del padre e fu salvata da alcune anatre che, tenendola a galla, la portarono verso la spiaggia più vicina. Dopo questo evento, i genitori la ripresero con loro e le diedero il nome di Penelope (che significa appunto "anatra").
Tuttavia per alcuni il nome è connesso all'evento della tela che la vide protagonista nell'Odissea (dal gr. pēné, tela).
Attese per vent'anni il ritorno di Ulisse, partito per la guerra di Troia, crescendo da sola il piccolo Telemaco e evitando di scegliere uno tra i proci, nobili pretendenti alla sua mano, anche grazie al famoso stratagemma della tela: di giorno tesseva il sudario per Laerte, padre di Ulisse, mentre di notte lo disfaceva. Avendo promesso ai proci che avrebbe scelto il futuro marito al termine del lavoro, rimandava all'infinito il momento della scelta. L'astuzia di Penelope, tuttavia, durò meno di quattro anni a causa di un'ancella traditrice che riferì ai proci l'inganno della regina. Alla fine, Ulisse tornò, uccise i proci e si ricongiunse con la moglie. Penelope è il simbolo per antonomasia della fedeltà coniugale femminile. Tornato nuovamente a casa dopo l'estremo viaggio, Ulisse poté nuovamente godere della moglie e secondo una versione la rese incinta di altri due figli: Poliporte e Arcesilao.
(da Wikipedia)

Francesco Primaticcio
 "Penelope ed Ulisse nel talamo nuziale"



Penelope

 
La notte disfo il mio percorso
tutto quanto ho tessuto non è vero,
ma solo tempo, per occupare i tempi morti,
e ogni giorno mi avvicino e ogni notte mi allontano
 
Sophia De Mello Breyner Andresen
(da Coral, 1951)
 

la tela che poi è non è altro che la vita,
come le parche preparano e finiscono
cerco di vivere come meglio riesco;
ogni tanto un dolore passa, una gioia arriva...
 
John William Waterhouse
"Penelope and the Suitors" 

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