La mia musa sta sull’angolo della via
dà a ciascuno quasi per niente
ciò che io non voglio
quando è allegra
mi regala ciò che vorrei
rare volte l’ho vista allegra.
dà a ciascuno quasi per niente
ciò che io non voglio
quando è allegra
mi regala ciò che vorrei
rare volte l’ho vista allegra.
La mia musa è una suora
nella casa oscura
dietro doppie inferriate
mette presso il suo Diletto
una buona parola per me.
nella casa oscura
dietro doppie inferriate
mette presso il suo Diletto
una buona parola per me.
La mia musa lavora in fabbrica
quando ha finito di lavorare
vuol andare a ballare con me
ma io
non finisco mai di lavorare.
quando ha finito di lavorare
vuol andare a ballare con me
ma io
non finisco mai di lavorare.
La mia musa è una vecchia
mi picchia sulle dita
strilla con bocca coriacea
è inutile matto
matto è inutile
mi picchia sulle dita
strilla con bocca coriacea
è inutile matto
matto è inutile
La mia musa è una donna di casa
non biancheria
nell’armadio ha parole
Raramente ne apre le ante
e me ne porge una.
non biancheria
nell’armadio ha parole
Raramente ne apre le ante
e me ne porge una.
La mia musa ha la lebbra
come me
ci baciamo via la neve
dalle labbra
ci dichiariamo mondi
come me
ci baciamo via la neve
dalle labbra
ci dichiariamo mondi
La mia musa è tedesca
non mi dà alcuna protezione
solo se mi bagno nel sangue del drago
mi posa la mano sul cuore
così resto invulnerabile
non mi dà alcuna protezione
solo se mi bagno nel sangue del drago
mi posa la mano sul cuore
così resto invulnerabile
Heinrich Böll
Esistono ancora le muse ispiratrici, ossia persone che ispirano emozioni
ed idee a qualcuno?
Nel passato le muse erano donne che ispiravano
poesie ai poeti e ora a distanza di secoli le cose sembrano non essere
cambiate.
Germaine Greer, una delle più importanti voci femministe nel
panorama internazionale, scrisse sul Guardian alcune osservazioni molto
interessanti.
Attraverso la metafora dell’amore e della passione ci
descrive il rapporto che si instaura tra la musa-modella e l’artista:
“Una musa – dice la Greer – è tutto meno che una semplice modella: è la
parte femminile dell’artista maschio, con la quale egli deve avere
rapporti, se desidera concepire un nuovo lavoro.
E’ l’anima del suo
animus, lo yin del suo yang, tranne che per il fatto che è lei, la musa,
a penetrare il suo artista, in una completa inversione dei ruoli di
genere, ed è lui, l’artista, a portare avanti la gestazione, a partorire
il suo lavoro, dall’utero della mente” (dalla rete).
tutti dovremmo averne una,
che ci ispiri, ci guidi, ci ami;
una musa, un mito, una gioia,
appesi al nostro estro...
Anton Raphael Mengs, Parnaso, Museo dell'Ermitage |
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