(...)
Non muoio più di fronte al mare affogato dei baci.
All'incontro delle città:
Per guida le caviglie di un'immaginata architettura
Per alimento la furia del figlio prodigo
Per antenati, i parchi che sognano nella neve, gli
Alberi che incitano la più grande malinconia, le porte
Di ossigeno che fa tremare la bruma calda del sud, la donna
Fatale la cui schiena si inclina dolcemente nelle riviere ombrose.
All'incontro delle città:
Per guida le caviglie di un'immaginata architettura
Per alimento la furia del figlio prodigo
Per antenati, i parchi che sognano nella neve, gli
Alberi che incitano la più grande malinconia, le porte
Di ossigeno che fa tremare la bruma calda del sud, la donna
Fatale la cui schiena si inclina dolcemente nelle riviere ombrose.
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Juan Sánchez Peláez
da "Elena e gli elementi"
traduzione di Jordi Valentini
traduzione di Jordi Valentini
Sánchez Peláez ‹... pelàetℎ›, Juan
- Poeta venezolano (n. Altagracia de Orituco, Guárico, 1922 - m. 2003)
- Poeta venezolano (n. Altagracia de Orituco, Guárico, 1922 - m. 2003)
Visse in Cile , dove fu in contatto con il gruppo surrealista Mandragora, in Colombia e in Francia .
La sua opera, spesso segnata dal ricorso alla scrittura automatica,
s'incentrò sui temi dell'alienazione e dello sradicamento; le sue
raccolte (Elena y los elementos, 1951; Filiación oscura, 1966; Lo huidizo y lo permanente, 1969; Rasgos comunes, 1975) sono state riunite in Poesía (1984); in seguito ha scritto Aire sobre el aire (1989) (TRECCANI).
frammenti della vita rimangono a volte,
descritti da fogli vaganti e miseri;
i miei scritti, quelli antichi, remoti,
non tutti conservati, non tutti presenti...
descritti da fogli vaganti e miseri;
i miei scritti, quelli antichi, remoti,
non tutti conservati, non tutti presenti...
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