Dopo la vita cosa? ma altra vita,
si capisce, insperata, fioca, uguale,
tremito che non s’arresta, ferita
che non si chiude eppure non fa male
– non più, non tanto. Lentamente come
risucchiati all’indietro da un’immensa
moviola ogni cosa riavrà il suo nome,
ogni cibo apparirà sulla mensa
dov’era, sbiadito, senza profumo…
Bella scoperta. È un pezzo che la mente
sa che dove c’è arrosto non c’è fumo
e viceversa, che fra tutto e niente
c’è un pietoso armistizio. Solo il cuore
resiste, s’ostina, povero untore.
Giovanni Raboni
Come in 'Hereafter' di Clint Eastwood: un tunnel di
luce, un flash, un sole grande e luminoso o la sensazione di
precipitare in acque profonde.
Ma anche i paramedici che rianimano il
proprio corpo senza vita, steso sulla barella.
I racconti delle persone
che hanno vissuto un'esperienza di pre-morte e poi sono tornate a vivere
oggi trovano la conferma dal primo grande studio scientifico in
materia, pubblicato su 'Resuscitation'.
La ricerca, condotta
dall'Università di Southampton su oltre 2 mila persone che hanno subito
un arresto cardiaco in 15 ospedali britannici, americani e austriaci,
rivela la possibilità di una 'finestra' di consapevolezza di alcuni
minuti dopo che il cuore ha smesso di battere.
Un tema controverso, quello delle esperienze di pre-morte, protagonista
di libri e film.
Ora, dopo 4 anni di ricerche, gli studiosi hanno le
idee più chiare e sono confortati dai numeri: quasi il 40% dei
sopravvissuti a un arresto cardiaco descrive un qualche tipo di
consapevolezza nel periodo di tempo in cui erano clinicamente morti,
prima che il cuore ripartisse.
Un uomo addirittura ha ricordato di aver
lasciato il suo corpo e di aver assistito alle manovre di rianimazione
da un angolo della stanza.
Nonostante sia rimasto 'morto' per 3 minuti,
il 57enne di Southampton coinvolto nella ricerca ha ricordato le azioni
degli infermieri nel dettaglio, descrivendo pesino il suono dei
macchinari.
"Sappiamo che il cervello non può funzionare quando il cuore smette
di battere", spiega al 'Telegraph' il coordinatore del lavoro, Sam
Parnia, ricercatore un tempo alla Southampton University e oggi alla
State University di New York.
"Ma in questo caso la consapevolezza
cosciente è continuata per più di 3 minuti nel periodo in cui il cuore
non batteva, nonostante il cervello si 'disattivi' 20-30 secondi dopo
che il cuore si è fermato".
E non si tratta di immaginazione o autosuggestione.
"L'uomo -
prosegue Parnia - ha descritto tutto quello che è accaduto nella stanza.
Ma cosa ancor più importante, ha udito due beep di un macchinario che
fa un rumore a intervalli di 3 minuti.
Così possiamo misurare la durata
della sua esperienza.
Dei 2.060 pazienti in arresto
cardiaco studiati, 330 sono sopravvissuti e 140 hanno avuto esperienza
di un qualche tipo di consapevolezza mentre venivano rianimati.
I racconti, però, non sono tutti uguali.
Alcuni pazienti infatti non
ricordano dettagli specifici, ma sembrano emergere dei temi comuni. Un
'resuscitato' su cinque ha sentito un insolito senso di pace, e quasi un
terzo ha avuto la sensazione che il tempo rallentasse o accelerasse.
Alcuni hanno ricordato una luce intensa, un flash dorato o un grande sole luminoso.
Altri ricordano paura, o una sensazione come di annegamento.
Il 13% si è sentito separato dal corpo e altrettanti hanno percepito un affinarsi dei sensi.
Parnia crede che più persone possano aver esperienze simili quando sono vicine alla morte, ma i farmaci o i sedativi usati nel processo di rianimazione potrebbero 'cancellarne' il ricordo.
Alcuni hanno ricordato una luce intensa, un flash dorato o un grande sole luminoso.
Altri ricordano paura, o una sensazione come di annegamento.
Il 13% si è sentito separato dal corpo e altrettanti hanno percepito un affinarsi dei sensi.
Parnia crede che più persone possano aver esperienze simili quando sono vicine alla morte, ma i farmaci o i sedativi usati nel processo di rianimazione potrebbero 'cancellarne' il ricordo.
"Stime hanno suggerito che milioni di persone hanno avuto vivide
esperienze in relazione alla morte, ma le prove scientifiche finora
erano ambigue - nota Parnia - Molte persone hanno dato per scontato che
queste fossero allucinazioni o illusioni, ma" i fatti descritti
"sembrano corrispondere a eventi reali. Queste esperienze - conclude -
necessitano di ulteriori indagini"
(dalla rete).
(dalla rete).
ricongiungersi, ritrovarsi, riunirsi,
enorme catarsi all'orizzonte, forse,
ciò che siamo saremo, vedremo;
l'attesa conduce pensieri lontani...