Là dove sono quelle case curve
Là sale il cammino al cimitero
Là dove scorre il fiume più ampio
Là ho sognato tutta la mia vita
Là sale il cammino al cimitero
Là dove scorre il fiume più ampio
Là ho sognato tutta la mia vita
La notte un angelo vola nel cielo
Un diffuso chiarore ammanta i tetti
Mi predice una lunga, lunga vita
Trasvolerà il mio nome oltre le case
Un diffuso chiarore ammanta i tetti
Mi predice una lunga, lunga vita
Trasvolerà il mio nome oltre le case
Popolo mio per te io ho cantato
Chissà se il canto ti è piaciuto
Una voce è che viene dai polmoni
Tutta tristezza e fatica inumana
Chissà se il canto ti è piaciuto
Una voce è che viene dai polmoni
Tutta tristezza e fatica inumana
È di te che dipingo fiori
Foreste cupe, genti tra le case
Come un barbaro imbratto la tua faccia
Ma giorno e notte io ti benedico
Foreste cupe, genti tra le case
Come un barbaro imbratto la tua faccia
Ma giorno e notte io ti benedico
Marc Chagall
Traduzione di Plinio Acquabona
Il significato originario, quasi onomatopeico, era “balbettante”
e stava ad indicare tutti coloro che parlavano una lingua sconosciuta
ed incomprensibile, solo in seguito, per estensione, il termine finì per
designare tutti gli “stranieri”.
Per i Greci e per i Romani, erano “barbari”, detto con sprezzante
tono di superiorità, tutti quelli che non appartenevano alla loro
civiltà (dalla rete).
canto di libertà, di spazi,
l'immenso di fronte e l'anima
come gioia, come ampi orizzonti;
così mi sento a volte pure io...
Nessun commento:
Posta un commento