Un bel mito quello di Sisifo,
sembra un po' la storia di molti,
continuare imperterriti
e sembrare di riuscire a compiere qualcosa
e sembrare di riuscire a compiere qualcosa
e poi ricominciare di nuovo daccapo...
proviamo a pensare
e scopriremo che i nostri pensieri,
le nostre assillanti domande,
l'uomo se le fa da sempre
e da sempre cerca
le stesse arcane risposte.
Gujil
Sisifo
nella mitologia greca e' il figlio di Eolo, fondatore e primo re
di Corinto.
Era discendente di Prometeo e marito di Merope da cui ebbe
Glauco e Almo.
Mentre si trovava nei pressi della rocca di Corinto per tentare
di risolvere il problema dell'acqua che scarseggiava, Sisifo sorprese
Zeus con la ninfa Egina figlia del dio fiume Asopo che aveva rapito.
Sisifo rivelo' di averla vista ma non con chi, a meno che
Asopo non avesse garantito l'acqua alla citta' di Corinto.
Asopo
acconsenti' e Sisifo gli rivelo' che era stato Zeus a rapirla.
Zeus
saputo cio' chiese al fratello Ade di punire Sisifo.
Ade con la
complicita' di Ares imprigiono' Sisifo nel Tartaro.
Tuttavia Sisifo
aveva imposto alla moglie Merope di non seppellire il suo corpo cosi'
usò questa scusa per ottenere da Ade di tornare nel regno dei vivi e
permettere cosi' la sua sepoltura.
Tuttavia una volta nel regno dei vivi
non torno' piu' negli inferi sfidando cosi' gli dei.
Come punizione
Zeus lo obbligo' a trasportare un masso dalla base alla cima di un
monte.
Tuttavia ogni volta che giungeva in cima il masso rotolava giu'.
Sisifo era condannato a ricominciare ogni volta senza mai riuscirci.
(dalla rete)
Tiziano Vecellio "Sisifo", 1548 circa, Madrid, Museo del Prado |
Impreparati ad aspettare il tutto
Impreparati ad aspettare il tutto
Impreparati ad aspettare il tutto
si vive in attesa, nell'ansia sopita,
si cerca nella poca e avara gioia
una ragione che vinca la pressante noia
e ci riporti ogni volta in vita
per sopportare dal dolore al lutto.
Impreparati ad aspettare il tutto
si corre un percorso a volte arcigno
volto a raggiungere agognate mete
per sedare la nostra assillante sete
o liberarsi dal gravoso, pesante macigno
che opprime l' anima quando volge al brutto.
Anonimo
del XX° Secolo
poesie ritrovate
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