domenica 28 ottobre 2018

Gibran, Pagliarani e l'amore


Che ci portiamo addosso il nostro peso
lo so, che schermaglia d’amore è adattamento,
guizzo, resistenza necessaria perché baci
la nostra storia i nostri uomo-donna
non solo all’ombra dei parchi
l’imparo ora, forse.

Oh, ma scompagina come il vento
freddo di viale Piave i giorni scorsi, e spaura,
quanto di me non solo porto
sulle spalle, ma mi tocca travasare
adattare al tuo fusto flessibile
e scontroso.

               Io che speravo
necessario e sufficiente solo il fiore
che affiora, tocco con le carezze oltre che il tuo
fusto flessibile lo specchio la certezza
di come sia insufficiente il mio amore
per la tua capacità di comprenderlo,
per la tua capacità di comprenderlo
come sia immane il mio bisogno d’amore.


Elio Pagliarani
da "Facendo finta che non s'appassisca il mare"
 

«L'amore  non possiede, né può essere posseduto.
Perché l'amore basta all'amore.
E  non potete pensare di comandare il cammino dell'amore:
se vi trova  degni, è lui a dirigere il vostro cammino.
L'amore non ha altro  desiderio che realizzare se stesso».

Khalil Gibran,

poeta, artista e filosofo libanese: le sue parole sono tratte da
Il Profeta, una raccolta capace di far riflettere sull'amore, la vita e l'essere umano.
La vera rivoluzione è rendere la nostra esistenza un luogo di poesia: condividerla con chi amiamo è un'avventura che vive di bonaccia, tempesta e passione come una nave che punta verso l'orizzonte infinito. (dalla rete)

il nostro peso, corpo o anima,
che importa, siamo, come siamo;

i nostri "vorremmo" restano
desideri imprecisi, vaghi come noi siamo...
 

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