martedì 11 settembre 2018

Verginità

La verginità,
oggi, è ancora un tabù o è diventato un peso di cui liberarsi il prima possibile? Notizie sempre più allarmanti sembrerebbero affermare che, nel mondo occidentale, la verginità sia un valore morale in via di estinzione.
Sempre più ragazzi parlano di sesso senza amore, di voler sperimentare il sesso solo per curiosità, per imitare gli amici o per ottenere in cambio qualcosa (qualche tempo fa un’ex partecipante al Grande Fratello offrì la sua presunta verginità per un milione di euro); sembra essere diventato un rito di passaggio per evitare di essere etichettati come la sfigata o lo sfigato di turno!
Dunque la verginità diventa un tabù “al contrario”, se non hai mai fatto sesso, meglio non farlo sapere e sbrigarti a risolvere il prima possibile la situazione.
                
 
Verginità 
 
Noi...
Caos di nocciòli trasandati dopo la pioggia
profumo di polpa delle grasse nocciòle,
le mucche partoriscono nell'aria afosa
nelle stalle splendenti come stelle. –
O ribes e frumenti maturi
o succulenza pronta a sgorgare,
o lupa che allatti i piccoli,
occhi di lupa dolci come gigli!
Scolano le resine destinate al miele,
la poppa della capra pesa come zucca–
– scorre il bianco latte come l'eternità
nei templi del seno materno.

E noi...
... nelle ermetiche –
come termos d'acciaio –
stanzette color pesca
impigliate fino al collo nei vestiti
facciamo
discorsi
culturali.


Zuzanna Ginczanka
da "La gioia eroica della vita"
Traduzione di Paolo Statuti

 
Freud
nel suo famoso libro “La vita sessuale” tratta il problema del tabù della verginità femminile: “Poche singolarità della vita sessuale dei popoli primitivi sono così sorprendenti per il nostro modo di sentire come la valutazione che essi fanno dell’illibatezza femminile.
A noi l’alto valore che il corteggiatore ripone nella verginità della donna sembra così naturale e ovvio, che quasi ci troviamo imbarazzati se dobbiamo spiegare il perché del nostro giudizio.
La pretesa moderna che la ragazza non porti nel matrimonio con un uomo alcun ricordo di relazioni sessuali con un altro, non è, a ben vedere altro che la continuazione logica del diritto all’esclusivo possesso di una donna, che forma l’essenza della monogamia, l’estensione di questo monopolio sul passato della donna”.
Dalle  notizie in tv o nei siti internet, si ascoltano e si leggono adolescenti che parlano di sessualità senza inibizione e con un linguaggio volgare o poco adeguato. Di rispetto dei propri tempi e del proprio corpo neanche l’ombra, l’accettazione da parte dei coetanei va oltre tutto.
Altri aspetti che emergono, di enorme importanza, sono la difficoltà di scegliere e di utilizzare correttamente i mezzi contraccettivi: sempre più spesso, vista l’immaturità fisica e affettiva, i ragazzi si espongono a rischi elevati o hanno paure ingiustificate.
In Albania, le “vergini giurate” sono donne che in nome del Kanun (antico codice risalente al XV secolo nel quale si consideravano le donne di esclusiva proprietà dei loro mariti), hanno scelto di vivere come uomini per essere libere.
Sono donne che, dopo il giuramento fatto dinanzi a una dozzina di uomini, rinunciano alla loro natura di donne e di madri votandosi alla castità assoluta per poter godere di diritti riservati esclusivamente agli uomini e sfuggire a una vita di sottomissioni dettate da una società arcaica e maschilista (dalla rete).
 
valori come cose importanti, di valore,
ognuno si senta ibero di fare, di dire,
le azioni spesso non permettono ritorni,
una volta compiute sono fatte e basta...
  

Noto come La perdita della verginità, questo dipinto fu realizzato da Paul Gauguin nell'aprile del 1891: si tratta dell'ultimo lavoro importante realizzato dall'artista prima della sua partenza per Tahiti.
Anche se nell'opera viene raffigurato un paesaggio della Bretagna, terra molto cara all'artista, il dipinto fu realizzato nel suo studio di Parigi. La protagonista principale è la ragazza nuda, distesa in primo piano: a posare per permettere la realizzazione di questa figura fu Juliette Huet, ventenne amante di Gauguin all'epoca (il pittore l'avrebbe poi abbandonata al momento di partire per l'Oceania).
Paul Gauguin
"La perdita della verginità", 1891
Norfolk, Chrysler Museum
La ragazza sta abbracciando una volpe, che a sua volta le mette una zampa sul cuore: come lo stesso Gauguin ricordava in una sua lettera a Emile Bernard, secondo la simbologia indù la volpe sarebbe simbolo di perversione (e lo sguardo poco rassicurante dell'animale ci dà visivamente idea del suo connotato negativo).
Ci sono altri simboli che rimandano alla perdita della verginità: la ragazza tiene in mano un fiore reciso (simbolo della sua verginità che è stata, appunto, colta) e la stagione in cui l'opera è ambientata è l'autunno, il periodo dell'anno in cui le piante iniziano a spegnersi e a perdere le foglie, un altro chiaro rimando alla perdita dell'innocenza.
Sullo sfondo vediamo una processione di personaggi che indossano gli abiti tipici della Bretagna: potrebbe essere simbolo del fatto che la ragazza, avendo perso la sua purezza, è ora esclusa dalla società.
La ricchezza dei simboli, così come i modi del dipinto (i colori pieni, le forme nettamente marcate) rimandano alla pittura simbolista, da cui Gauguin era fortemente attratto all'epoca della realizzazione dell'opera.
Il dipinto, rimasto proprietà dell'artista fino al 1895, fu poi acquistato dal conte Antoine de la Rochefoucauld, nella cui collezione rimase fino al 1948. Dopo aver girato attraverso varie collezioni private entrò nelle collezioni di Walter Chrysler junior, figlio dell'omonimo fondatore della celebre casa automobilistica. Nel 1971 l'opera entrò a far parte, insieme a una vasta sezione della raccolta di Chrysler, del Museum of Arts and Science di Norfolk (Virginia, Stati Uniti), che in seguito alla corposa donazione di Chrysler cambiò nome in Chrysler Museum: l'opera è ancor oggi conservata qui (dalla rete). 

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