mercoledì 15 novembre 2017

Notturno e riflesso

notturno
aggettivo e sostantivo maschile
[dal lat. nocturnus, der. di nox noctis «notte»]
- TRECCANI -
 
- 1. aggettivo
- a.: Della notte, che è proprio della notte: le ore notturne; quiete, silenzio notturno; le tenebre notturne; Quali fioretti dal notturno gelo Chinati e chiusi (Dante).
- b.: Di cose, che si fanno o si svolgono o si usano durante la notte: Canto n. di un pastore errante dell’Asia, titolo di uno dei Canti di G. Leopardi; il riposo n.; marcia n.; viaggio n.; navigazione n.; asilo n.; spettacolo n.; servizio n.; lavoro n., quello svolto, almeno in parte, nelle ore tra le 22 e le 6, e non compreso in regolari turni periodici, cui spetta per legge una retribuzione maggiorata; partita n. (o in notturna, o, come s. f., una notturna), partita di calcio o altra gara sportiva disputata di sera o nelle prime ore della notte, con lo stadio illuminato artificialmente.
Anche, di fatti o fenomeni, inerenti alla vita umana o animale, che avvengono o si manifestano nelle ore della notte, spec. nel sonno: paure, fantasie, visioni n.; timori, incubi n.; febbri n., sudorazione n., polluzioni n., ecc.
In agraria, acqua n., quella a cui si ha diritto per usi agricoli nelle ore di notte.
- c.: Di persona, che esercita qualche attività o, più genericam., che fa qualche cosa durante la notte: un viandante n.; i soliti clienti n.; guardiano n., guardia n., che svolgono di notte il proprio servizio di vigilanza. In usi poet., anche con valore avverbiale, equivalente a «di notte»: Escon notturni e piani, e per lo colle Uniti vanno (T. Tasso).
- d.: Di animali o piante che esplicano una loro attività durante la notte: fiori n., aperti solo la notte; farfalle n., nome comune degli eteroceri (v.); rapaci n., le diverse specie di uccelli predatori che sono in genere attivi al crepuscolo e durante la notte, tutti appartenenti all’ordine degli strigiformi, come gufi, civette, barbagianni, ecc.
 
- 2. sostantivo maschile
- a. Nella Chiesa antica, l’ufficiatura che si teneva di notte, in tre riprese (uso tuttora conservato in taluni ordini religiosi).
- b. In musica, composizione strumentale, originariamente destinata a esecuzione all’aperto e di notte, che dal sec. 19° a oggi consta quasi sempre di un solo pezzo, spec. per pianoforte, in movimento per lo più lento, in stile melodico e caratterizzato da intimità di sentimento: i n. di Chopin.
- c.
Rappresentazione, in dipinti o in fotografie, di una scena che si svolge di notte, o di ambienti immersi nella notte, con particolari e suggestivi effetti di luce.
 
Notturno
 
La notte respira,indica i suoi spazi nitidi;
le sue creature, da infimi rumori,
dallo scricchiolio lieve dei legni,
si tradiscono.

La notte riconferma
un certo seme occulto
nella mina feroce che ci regge.

Col suo latte letale
nutre in noi
una vita che si prolunga
oltre ogni risveglio mattutino
sulle rive del mondo.

La notte che respira
il nostro faticoso alito da vinti
ci riserva e ci protegge
«per i più alti destini».
 
Álvaro Mutis
da "Le ore perdute"
  
le notti a pensare, quelle a bere,
le lunghe ore nel buio, spesso soli;
ricordo con dolcezza i visi,
mi sporgo dalla terrazza del cuore...

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