giovedì 5 ottobre 2017

Ciliegie

Ciliegie

 

Quando l’amore sui trampoli
stuzzica i vialetti di ghiaia,
e fino agli alberi arriva,
vorrei tanto riconoscere anch’io

le ciliegie come ciliegie,

 

non più corto di braccia,

mediante scale cui sempre manca
qualche piolo, vivere di frutta
cascaticcia, frutta cotta.

 
Dolce e più dolce, quasi nera;
i merli fanno sogni così rossi...
Chi dà baci e a chi,
quando l’amore
sui trampoli fino agli alberi arriva?
 
Günter Grass
da Gleisdreieck, 1960




In base alla regola empirica che si usa per il plurale dei nomi in ➔-cia, -gia, -scia, la grafia corrente del plurale di ciliegia è ciliegie.
Tuttavia, fino alla metà del secolo scorso ha avuto una certa diffusione anche la grafia ciliege (latino *cereseae).
La si ritrova ancora nel titolo dell’ultimo romanzo di Oriana Fallaci, pubblicato postumo: Un cappello pieno di ciliege.
In questo secondo caso, la scelta si dovrà o alla formazione linguistica della scrittrice (nata nel 1929) o all’ambientazione storica del romanzo, dato che l’espressione proviene da una lettera che s’immagina scritta nel Settecento (TRECCANI).
  
rosse, succose, tonde,
ricordi di fanciullo e prati;
ora bevo nel lago
di un rammentare indicibile

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