sabato 12 novembre 2016

Gocce

(gocce)

L'inverno e la sua fine
escono da quei monti
nel cielo
          alla battaglia,
esitano l'uno
e l'altra, essi, rapiti
          a quella luce
di politissimo cristallo,
alla flagranza delle valli,
          e ora
un poco si osservano a distanza,
un poco si mischiano e si azzuffano
finché grandine o vento non sbaraglia
l'incertezza dello scontro.

Ci ottenebra, noi stille
          sorprese in medio campo

un infittito scroscio,
          ci affoga
l'uragano, sgombra
poi il sole
          i celesti rimasugli
del furente nubifragio.
È inverno o primavera? Non lo sappiamo,
          siamo
e non siamo niente
nella molteplicità delle apparenze,
però dentro la vita, dentro
il meraviglioso istante. 

               
Mario Luzi

da "il lessico della luna nascente"


goccia
/'gotʃ:a/ sostantivo femminile
[der. di gocciare] (pl. -ce)
-TRECCANI - 
 
1.- [piccolissima quantità di liquido che si distacca dalla massa del liquido stesso: una goccia d'acqua, di sangue] ≈ gocciola, (non com.) lacrima, (lett.) stilla.
● Prov.: la goccia scava la pietra [un'azione lenta ma continua è efficace]
≈ acqua cheta logora i ponti, chi la dura la vince.
▲ Locuz. prep.: a gocce [una goccia dopo l'altra: il liquido cola a gocce]
≈ (a) goccia a goccia, lentamente, un po' alla volta.
↔ a profusione, copiosamente, tutto insieme (o in una volta).
2.- (iperb.) [scarsa quantità di liquido: versami una goccia di vino] ≈ [→ GOCCIO].

le notti, fredde, insonni,
la luna a volte, il buio;
tessere sparse di mosaici
perduti, infiniti, incompleti...

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