martedì 16 agosto 2016

Creva e Sereni

Strada di Creva
 
 I
Presto la vela freschissima di maggio
ritornerà sulle acque
dove infinita trema Luino
e il canto spunterà remoto
del cucco affacciato alle valli
dopo l’ultima pioggia:
                                     ora
d’un pazzo inverno nei giorni
dei Santi votati alla neve
lucerte vanno per siepi,
fumano i boschi intorno
e una coppia attardata sui clivi
ha voci per me di saluto
come a volte sui monti
la gente che si chiama tra le valli.
 
II
Questo trepido vivere nei morti.
Ma dove ci conduce questo cielo
che azzurro sempre più azzurro si spalanca
ove, a guardarli, ai lontani
Paesi decade ogni colore.
Tu sai che la strada se discende
ci protende altri prati, altri paesi,
altre vele sui laghi:
il vento ancora
turba i golfi, li oscura.
Si rientra d'un passo nell'inverno.
E nei tetri abituri si rientra,
a un convito d'ospiti leggiadri
si riattizzano i fuochi moribondi.
E nei bicchieri muoiono altri giorni.

salvaci allora dai notturni orrori
dei lumi nelle case silenziose.

Vittorio Sereni
Lo sperpero della gioia
 
 
CREVA
 
Da sempre aggregata a Luino, Creva fu, prima, frazione dalle caratteristiche marcatamente rurali, quindi, a partire dagli anni seguenti all’Unità politica italiana, serbatoio economico il più importante della città, per concentrazione industriale crescente. Nel 1870, infatti, entravano in esercizio i primi stabilimenti avviati dalla famiglia di origine svizzera Hussy, cui fecero seguito, nel tempo, filiali più o meno dirette della casa madre.
Il borgo si ingrandì e ne nacque uno sporadico “villaggio industriale” che, ancora oggi, conserva in parte le caratteristiche impresse dal tumultuoso sviluppo cui fu soggetta nel rapido giro di pochi decenni (dalla rete).
 
strade, di ogni posto,
quelle che vanno, quelle che stanno;
i miei percorsi sono infiniti,
le vie tracciate troppe...

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