Marzo pazzarello guarda il sole e prendi l'ombrello, è un proverbio popolare, che tende a sottolineare la variabilità del tempo meteorologico, relativa a questo periodo dell'anno.
«Marzo pazzarello
guarda il sole e prendi l'ombrello»
«Marzo sole e guazzo»
«Marzo muta sette berrette al giorno»
«Marzo ha comprato la pelliccia a sua madre e tre giorni dopo l'ha venduta»
«Marzo non ha un dì come l'altro»
«Marzo vuol far le sue»
«Se marzo entra come un leone, esce come un agnello»
La letteratura popolare offre un numero piuttosto vasto di proverbi, provenienti da tutte le regioni d'Italia, aventi come comune denominatore il vento. Il vento di questo periodo dell'anno possiede ancora, a tratti, caratteristiche invernali, ma nello stesso tempo è già primaverile. L'alternanza di sole e di pioggia, l'incerto passaggio dal freddo al caldo è una condizione ottimale per la campagna, in quanto stimola la vegetazione con gradualità, sospinge alcuni fenomeni naturali, come ad esempio il consolidamento della radice e lo sboccio della gemma, evitando che possano esporsi inavvertitamente al gelo, talvolta ancora presente in questo periodo (da Wikipedia).
Marzo
Ho ascoltato silenziosamente
i rumori dei rami, le foglie
al sole. Dove sarai,
amore del mio pensiero, senza ricordare
la mia solitudine che si apre tra gli sterpi?
Qui, in mezzo ai cardi viola
e le libellule meravigliose, che altro
può fare un giovane se non amarti
con la faccia immersa tra le madreselve?
Tra questi uccelli indifferenti,
questi alberi così alti, queste nuvole,
amore, che ritorni come le stelle
a un luogo della notte; e così lieto
di averti vista entrare in me
con quel vapore illuminato intorno, con quel fumo
vibrante che ho sempre immaginato,
di trovarti, ombra del vento,
ad abitarmi un cuore che cercava i tronchi vuoti
e i lampioni rotti a sassate per nascondersi.
i rumori dei rami, le foglie
al sole. Dove sarai,
amore del mio pensiero, senza ricordare
la mia solitudine che si apre tra gli sterpi?
Qui, in mezzo ai cardi viola
e le libellule meravigliose, che altro
può fare un giovane se non amarti
con la faccia immersa tra le madreselve?
Tra questi uccelli indifferenti,
questi alberi così alti, queste nuvole,
amore, che ritorni come le stelle
a un luogo della notte; e così lieto
di averti vista entrare in me
con quel vapore illuminato intorno, con quel fumo
vibrante che ho sempre immaginato,
di trovarti, ombra del vento,
ad abitarmi un cuore che cercava i tronchi vuoti
e i lampioni rotti a sassate per nascondersi.
Juan Rodolfo Wilcock
nel primo sole rivedo,
riascolto col cuore lontano,
un posto, un amore, star bene;
mi cullo al pensiero...
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