Jean Francoise Millet (L'Angelus) |
Forse l'arrivo del moderno non concede più il “contatto fisico” con le campane e con i suoi suoni: difatti ormai quasi tutte le chiese anche della nostra unità pastorale hanno tutto computerizzato e per suonare le campane non servono più fatica ed impegno.
Le campane costruite in lega di bronzo, dal VII secolo sino ai giorni nostri producono il caratteristico ed inconfondibile suono e hanno scandito i vari momenti delle nostre giornate. È un richiamo collettivo quello del suono della campana, soprattutto un simbolo di appartenenza.
Con il suono della campana si scandivano i ritmi della vita quotidiana di ogni comunità.
Così si potevano ascoltare i rintocchi dell’alba alla nascita del sole (mattutino), del mezzogiorno (per segnalare la sospensione dei lavori agricoli per mangiare), del vespro all’imbrunire.
Con il suono della campana si scandivano i ritmi della vita quotidiana di ogni comunità.
Così si potevano ascoltare i rintocchi dell’alba alla nascita del sole (mattutino), del mezzogiorno (per segnalare la sospensione dei lavori agricoli per mangiare), del vespro all’imbrunire.
I loro rintocchi annunciavano gli atti liturgici: la messa, il rosario, le confessioni, l’innalzamento dell’Ostia e del calice durante i Santus all’interno della stessa Messa.
La campana festeggia la vita e annuncia la morte, con rintocchi lenti e profondi.
E ancora regolavano la vita comune, avvertivano del fuoco e altri tipi di allarme, segnalavano la giusta via ai pellegrini in cammino. Esiste un’ampia antologia di aneddoti di campane che suonavano «a distesa», «a festa», «a doppio», di campane «a martello» e «a stormo», «a fuoco», «a scongiuro», «a tempesta», o «ad acqua bona».
A tutto era legato il suono delle campane, e tutti conoscevano all’udito per qual motivo venissero suonate e con qual significato. Tutte le comunità, persino le più disperse tra i monti, vivevano e crescevano al suono delle campane (stralcio...dalla rete).
una campana stamane,
all'alba, nel buio,
di cosa sarà, perché?
Silenzi interrotti
da suoni, da voci,
bisbiglia il mattino...
Gujil
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