martedì 20 ottobre 2015

Tempus fugit


I muri della patria sono miele
che lega la tua sorte e forma il mondo,
nulla vi è conosciuto: in questo lago
avvenne forse l’Odissea, vicino
la nascita delle specie, le guerre
che hanno lasciato torri smozzicate.
Non anni, ma millenni nelle arterie
del bambino che apprende il tempo cavo
e prova orrore sacro a ritornare
dove è iniziato il film, e lampi e bestie
che visitano la memoria, eterna.
Non generare figli che dovranno
pagare questo prezzo, ma una bolla,
un soffio nel creato, che ci liberi.
 
Daniele Piccini
Inizio fine
 

Tempus fugit è un’espressione latina che nasce da un verso delle Georgiche di Virgilio - Sed fugit interea, fugit irreparabile tempus – e che passando per l'opera di Lewis Carroll, Alice nel Paese delle Meraviglie, arriva ai giorni nostri e diventa locuzione di uso comune, una sorta di presa di coscienza del trascorrere inesorabile del tempo che alla malinconia di fondo aggiunge però l’invito a godere del presente perché Chi vuol essere lieto, sia: di doman non c'è certezza come scriveva Lorenzo de’ Medici nella seconda metà del ‘400.

Che cos'è dunque il tempo?
Se nessuno me lo chiede, lo so; se voglio spiegarlo a chi me lo chiede, non lo so più. (S.Agostino)
 
E se Platone definiva il tempo come l'immagine mobile dell'eternità, Einstein con la sua teoria della relatività introduce nel Novecento un nuovo concetto più ampio di spaziotempo in cui il tempo è una dimensione dello spazio.
 
Tempo come dimensione fisica che si misura in istanti che si susseguono sempre uguali a formare i minuti e le ore e i giorni e gli anni della nostra vita.
Tempo come stato di coscienza e percezione soggettiva che si espande all'infinito nel tempo della gioia e dell'innamoramento, e si contrae nel tempo del dolore e della vecchiaia.
Tempo che corre, senza più una meta, nella frenesia del nostro vivere quotidiano, tempo che non solo fugge, ma tutto divora come già Kronos - Κρόνος - il dio greco.
(dalla rete)
 
orologi e tempo,
lo scorrere incessabile,
quello continuo, lento,
a volte troppo veloce...
 

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