giovedì 25 giugno 2015

Rosone

Il rosone è un componente tipico della cattedrale gotica.
Nelle sue campiture, che possono essere a forma di raggio o a forma di stella e di altre figure geometriche, compaiono raffigurati nel vetro decorazioni ricche di simboli.
Il colore inoltre aumenta l’effetto luminoso rendendo il rosone simile ad un enorme caleidoscopio.
Per la delicatezza aerea degli elementi portanti, la realizzazione del rosone comportava una straordinaria abilità tecnica e maestri vetrai, scultori e scalpellini collaboravano insieme per la sua realizzazione.
Di solito il rosone più importante era collocato sulla facciata d’ingresso della cattedrale, sopra il portale, mentre altri si trovavano nelle facciate laterali dei transetti.
Nelle chiese gotiche italiane, come quella di S. Francesco, Bologna, oltre al rosone al centro della facciata, sono presenti ai lati due rosoni più piccoli che si aprono direttamente al cielo, perché la facciata delle chiese in mattoni è in genere “a capanna”.
In questo caso la luce del sole, attraversando il merletto rotondo, crea una atmosfera surreale.
Questi piccoli rosoni non avevano solo una funzione decorativa ma costituivano un chiaro richiamo al cielo.
La funzione del rosone era comunque, quella di invitare alla contemplazione il fedele e inoltre svolgeva la stessa opera dei leoni o degli animali favolosi posti a guardia del portale d’ingresso.
Erano insomma un avvertimento; i “posseduti” per esempio, alla sola vista del rosone, possono dare in escandescenze ancor prima di entare in chiesa.
Nella forma del rosone è possibile riconoscere uno strumento tipicamente indiano per la meditazione:
il mandala.
Il mandala è un disegno tracciato a terra con sabbie colorate o dipinto su supporto, da percorrere o da contemplare.
Jung notò, studiando diversi casi di patologie psichiche, che il paziente in via di guarigione disegna spesso in modo istintivo dei mandala e sovente se ne pone al centro, come se la figura della rosa o della ruota avesse un potere risanatore e liberatorio.
Il cerchio del rosone è anche una figura del Fiore d’Oro, che per i taoisti è un segno di illuminazione e realizzazione personale.
Del resto la rosa fu “inventata” nei giardini persiani come fonte viva, di pura contemplazione.
Le “rose” avrebbero una corrispondenza alchemica perché questo fiore rappresenta l’azione del fuoco.
Per questo motivo i decoratori medievali cercarono di tradurre nelle loro rose architettoniche i movimenti della materia stimolata dal fuoco elementare (dalla rete).


Rosone d'invetriata
 
Oh! Più che tra i fiori di bistro di Baudelaire,
più che negli autunnali ritornelli di Chopin,
più che in un rosso di Rembrandt che un giallo raggio sfolgora,
così adatti agli spleen sono soltanto i tramonti di Giugno.
 
Jules Laforgue
 
 

colori slanciati
in miriadi di sfumature
illuminare angoli bui,
questo forse il senso...

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