venerdì 27 febbraio 2015

Angoscia tra poesia e definizione

Giuseppe Mazzoli
Angoscia in pietra, 1948
Angoscia
 
Ahimè che angoscia, ahimè che vil tortura
Egli e, vivendo, d’aspettar la morte,
Contare i giorni, maledir la sorte,
L’ore intesser di rabbia e di paura.
Ahimè che angoscia andarne alla ventura
Su questo mar tumultuoso e forte,
E veder come le piu fide scorte
Il tempo inesorabile ne fura.
Amar pur cio che piu ne offende e nuoce,
Sperar pur cio che piu sperare e insano,
Fuggire un mal ch’e piu di noi veloce;
Perder la mente e il core a brano a brano,
A inutile lamento alzar la voce,
Patir, pugnare, soggiacere invano.

Arturo Graf
 

quando prende, la mattina,
quando ti stringe, la notte,
quando piangi o ridi,
quando sorridi...
 
 
esiste uno stato d’animo, l’angoscia, che sebbene molto diffuso non viene davvero considerato, o viene scambiato per altro. 
- L’ansia sana è una normale reazione di adattamento a un pericolo o a un’importante prova o situazione della vita.
- L’ansia patologica è una reazione abnorme e sproporzionata di allarme rispetto un pericolo più o meno reale, oppure uno stato di allerta continuo senza causa apparente.
- L’angoscia è un gradino ancora più su: è uno stato d’animo sempre di impronta ansiosa ma ancor più invasivo, inquietante e paralizzante, dovuto a un afflusso di stimoli emotivi - interni o esterni - troppo intensi e ravvicinati nell’unità di tempo per poter essere controllati e filtrati dalle difese psichiche. Se l’ansia perciò è il segnale di un’energia che cerca in qualche modo di trovare soluzioni prima che si venga sommersi dall’angoscia, quest’ultima segnala invece che le difese sono cadute e che l’anima è ormai invasa da atmosfere negative.
 
Emozioni al crocevia
Non si ha la sensazione che stia per accadere qualcosa di brutto e incontrollabile - come nel panico - ma che stia già accadendo. L’angoscia perciò è al crocevia degli altri tre stati: è oltre l’ansia, è prima del panico e, se dura troppo, è alla base di una forte depressione. Perciò va riconosciuta e curata.                                 
Cosa rischi se non la vedi
- Se la tratti come "semplice" ansia (ad esempio sottoponendoti a tecniche di rilassamento) la sottovaluti e la rendi cronica, spingendo verso una crisi depressiva.
- Se la tratti come depressione  (ad esempio assumendo farmaci antidepressivi) la fai esplodere in forma di euforia patologica rischiando di aprire le porte a qualcosa di ben peggio, come un disturbo bipolare.
- Se la tratti come panico  (ad esempio assumendo farmaci specifici): la sopprimi, la schiacci nel corpo che la trasformerà in un sintomo fisico.
- Se fai finta di nulla rischi una depressione maggiore o un disturbo  da attacchi di panico.  Talora, molto più di rado  e se c’è predisposizione, un episodio psicotico.

L'angoscia esistenziale
appare tipicamente in certi momenti della vita, nei quali tante problematiche irrisolte vengono a galla tutte insieme (amore, lavoro, eventi traumatici…) . In questo caso:
- Affidati alla psicoterapia del profondo
Serve guardarsi dentro e in profondità: è il momento di capire le cause profonde del malessere.

- No agli psicofarmaci
Se sopprimi l’angoscia artificialmente non saprai mai se il lavoro psicologico è valido. Non metterti fretta o le cose peggioreranno.

- Apriti a nuovi progetti
A volte l’angoscia è creata dal vuoto e dal non senso. Se qualche idea sul futuro si affaccia spontaneamente, “acchiappala”.

 
Se invece l'angoscia è di tipo situazionale, dovuta ad esempio a una grave malattia di un familiare, dall’esito incerto che si protrae nel tempo, fai così:
- Chiedi aiuto
Può sempre servire una psicoterapia, ma orientata soprattutto al supporto che ti permetta di sfogarti, di sentirti “accolto” e di avere consigli per questa dura prova della vita.

- Affidati ai rimedi naturali
Se la situazione di vita ti ha risucchiato ogni energia psicofisica, alcuni rimedi possono servire: fitoterapia, omeopatia, rimedi floreali...

- Non stare solo
Se non sono persone ansiogene, cerca il calore di amici e/o familiari. A patto che che non si parli sempre del “problema”.


dalla rete

Nessun commento:

Posta un commento