domenica 11 gennaio 2015

Siamo in ascolto


Ascolta
 
Quando sarai sepolto
Speri tu d’aver pace eternamente?
Speri tu nella morte e nel niente?
O stolto, o stolto!
 
Quando sarai disciolto
Da quelle membra speri tu che infranti
Sieno per sempre i ceppi tuoi pesanti?
O stolto, o stolto!
 
Porgi a’ miei detti ascolto:
Questo servaggio non finisce mai.
Non morrai, non morrai, ne poserai
Poco ne molto.
Morir, posar t’e tolto:
Eternamente, con vece infinita,
Di forma in forma, e d’una in altra vita,
Andrai travolto.
 
Arturo Graf
 
 
 parole bisbigliate accarezzano
menti ancora nel sonno;
è il suono di un sogno
di un sogno...
 
 
L'ascolto è l'atto dell'ascoltare.
È l'arte dello stare a sentire attentamente, del prestare orecchio. Ascoltatore è chi ascolta; ascoltare la lezione, un oratore; ascoltare con interesse tutto ciò che il professore dice. Non trattasi di atto superficiale.
In psicologia ascolto è uno strumento dei nostri cinque sensi per apprendere, conoscere il tempo e lo spazio che ci circonda e comunicare con noi stessi e il mondo circostante. L'ascolto è un processo psicologico e fisico del nostro corpo per comunicare ai nostri neuroni, al cervello che li traduce in emozioni e nozioni.
Dalla radice Auris "Orecchio", latino parlato, Ascoltare è verbo transitivo.
La parola ascolto nasce in italiano come derivato del verbo ascoltare, che proviene a sua volta dal latino "auscultare", cioè sentire con l’orecchio. Il significato tradizionale del termine ascolto è appunto quello che indica in genere l’azione e il risultato dell’ascoltare ed è fortemente legato al concetto di attenzione.
Nell'ascolto c'è la componente fisica, tra orecchio e neuroni di come noi assimiliamo stimoli acustici e la componente psicologica, che è l'apprendimento attraverso i cinque sensi. Bisognerebbe parlare di tante cose sull'apprendimento, partendo da Sigmund Freud con la fase orale (che noi apprendiamo per esempio dalla bocca e i bambini attraverso quel mezzo assaporano, il gusto (freddo, amaro...), il tatto (forma, durezza, ...) per capire che cos'è. È il loro primo approccio con il mondo esterno. Sempre in quel periodo c'è l'apprendimento attraverso la vista e l'udito, che poi durerà tutta la vita.
L'udito è molto importante, perché la percezione dello spazio e del nostro equilibrio si basa sull'orecchio.
Una delle cose che facciamo con l'ascolto è l'apprendimento del linguaggio.
Due teorici come Burrhus Skinner e Orval Hobart Mowrer, ritengono che il nostro apprendimento si realizzi attraverso le interazioni con l'ambiente. Prima si apprendono le parole e più tardi si uniscono. Per fare questo si deve ascoltare con la vista e con l'udito. Per imparare la parola mamma, il bambino sente il suono mamma, per esempio "vieni dalla mamma". Usando sempre questa frase, vede il movimento delle labbra e l'oggetto in quel caso la mamma. Lui non ha associato subito il significato di mamma, ma è stata la ripetizione degli eventi. Questo procedimento vale in generale. Sempre con l'ascolto il bambino piccolo dice la parola mamma, perché fa delle prove vocali. Per esempio dice: "aaaa" "ma ma ma"... Fa tanti versi il neonato, e attraverso l'ascolto e la ripetizione: capisce, impara a dire, prova emozione.
L'ascolto non è solo udito, ma tutto quello che noi riusciamo ad apprendere o assimilare attraverso i nostri sensi.
La fortuna della parola ascolto è cresciuta a dismisura negli ultimi trent’anni. Fino a qualche decennio fa, infatti, la voce ascolto non si usava quasi mai autonomamente, ma serviva soprattutto per formare locuzioni con valore di avverbi come essere in ascolto, rimanere in ascolto, o con valore verbale, come dare ascolto, prestare ascolto nel senso di fare attenzione. Al massimo, la funzione dell’ascoltatore poteva interessare i linguisti, i quali distinguono l’analisi del parlare, cioè della produzione dei testi di una lingua, da quella della loro comprensione (da Wikipedia).

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