giovedì 8 gennaio 2015

Antico Inverno


Antico inverno
 
Desiderio delle tue mani chiare
nella penombra della fiamma:
sapevano di rovere e di rose;
di morte. Antico inverno.
Cercavano il miglio gli uccelli
ed erano subito di neve;
così le parole.
Un po' di sole, una raggera d'angelo,
e poi la nebbia; e gli alberi,
e noi fatti d'aria al mattino
 
Salvatore Quasimodo
  

Jean Beraud

A un antico inverno è dedicata una poesia di  Quasimodo (1901-1968), Nobel per la letteratura 1959.
In quest’inverno descritto da Quasimodo con dieci versi molto significativi  troviamo “un po’ di sole”, “la nebbia” e “noi fatti d’aria al mattino”. In effetti è esperienza comune che camminare durante le mattine d’inverno, ci fa diventare come aria, frizzanti per rigore e vaporosi per il respiro.
Inverno : tempo di neve e di freddi paesaggi illuminati dalla luce di un sole scialbo.
Ma dal gelo emerge calda e rassicurante, un’immagine femminile alla quale la memoria del poeta ritorna con la speranza di rivivere l’incanto del passato e forse di sentirsi ancora felice, lieve e trasparente come l’aria.
Nel ricordo il poeta scopre  la forza del desiderio che gli fa pensare alle mani della sua donna amata, luminose nel gioco di luci ed ombre creato dalla fiamma, forse quella di un camino (dalla rete). 

 
fatti di vento,
sbatacchiati qua e là;
poi rovinose cadute,
poi, quasi sempre,
ci si rialza... 

 
Una realtà lontana (si parla di un «antico inverno») viene rievocata con pochi cenni essenziali, anche attraverso l'uso, tipico di Quasimodo, dei due punti e degli spazi bianchi, alternando versi brevi ed endecasillabi.
Nella lirica si riconosce una figurazione affidata ad elementi precisi - la neve, gli uccelli in cerca di cibo - che assumono però un valore simbolico, alludendo ad una provvisorietà (le parole subito raggelate) che non cancella l'intensità del ricordo.
La raccolta del 1930 vive quindi di una continua oscillazione tra il racconto della propria storia e la sua trasfigurazione letteraria (dalla rete).


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