mercoledì 24 settembre 2014

Compagno/a

Vergine altera, o mia compagna, t'arde
un mistero negli occhi.
Non so se odio o amore è questa luce
eterna della tua nera faretra.
Con me verrai finchè proietti un'ombra
il corpo e resti ai miei sandali arena.
La sete o l'acqua sei sul mio cammino?
Dimmi, vergine altera, o mia compagna

Antonio Machado
 
 
e tu?
vita mia di fianco,
solo ogni tanto ti accorgi
che sono e continuo ad essere?
 
 
compagno TRECCANI
s. m. (f. -a) [lat. mediev. companio -onis, comp. di cum «insieme con» e panis «pane», propr. «colui che mangia il pane con un altro», calco di una voce germanica].
 
1.
a. Chi si trova insieme con altri in particolari circostanze o per un lungo periodo della vita, o esercita la medesima attività, o vive nello stesso ambiente: c. di viaggio; c. di gioco; c. di scuola, di studî; eravamo compagni di collegio; c. d’ufficio; c. di bagordi; c. di prigionia; c. d’armi, chi ha prestato insieme il servizio militare; c. di squadra, chi collabora con altri atleti a una gara sportiva; avere per c.; accettare per o come c.; fig., avere compagna la fortuna in un’impresa, averla propizia; il c., la c., la persona con la quale si convive, o con la quale si ha una relazione sentimentale, senza essere sposati (ma sempre più frequentemente il termine è usato con il sign. di marito o moglie); estens., la c. di un animale, la sua femmina. Anche, chi è legato ad altri da un comune vincolo spirituale, o segue la medesima sorte: c. di fede; c. di dolore, di sventura; c. di martirio; prov., aver compagno al duol scema la pena. Usato assol., e parlando di ragazzi, s’intende in genere di compagni di scuola o di gioco: litigare coi c.; andare al cinema con le c.; oppure le persone, per lo più coetanee, che abitualmente si frequentano: i c. lo hanno allontanato dalla famiglia; cattivi c., quelli che col loro esempio possono trarre al male.
b. Il laico che accompagna un frate sacerdote o un altro laico secondo le regole dei varî ordini: fra Cristoforo ... col compagno, prese la strada che gli era stata prescritta (Manzoni).
c. Nome col quale si chiamavano o si chiamano in Italia tra loro gli iscritti ai partiti d’ispirazione comunista e socialista o a gruppi politici affini (l’uso ha prob. il suo modello nel fr. compagnon, di vecchia tradizione nelle associazioni operaie); per estens., con uso assol., un c., i c., come indicazioni di persone iscritte a tali partiti. Compagni di strada (o, meno com., di viaggio), espressione con cui è stato reso in ital. il termine russo poputčiki (sing. poputčik), coniato dal rivoluzionario russo L. Trockij per indicare i sostenitori tiepidi (in genere intellettuali) del nascente regime sovietico, poi passata a indicare i simpatizzanti stranieri i quali, in genere, pur manifestando un attaccamento acritico all’Unione Sovietica (per es., giustificando ogni inversione della sua politica estera o interna), rimanevano tuttavia fuori dei rispettivi partiti comunisti nazionali.


2.
Socio, cointeressato in una società commerciale o industriale, spec. nell’intitolazione della società stessa: Ditta ... & C.o (oppure, più raro, & C.i). Per estens., accennando a persone che si aggiungono senza nominarle, e per lo più scherz. o spreg.: il signor Rossi e compagni.

3.
In astronomia, è chiamata compagno ciascuna delle stelle componenti una stella doppia o un sistema stellare multiplo, rispetto alla stella principale o a un’altra qualunque componente del sistema.

4. In botanica, cellule c. (dove compagne è apposizione, non attributo), quelle addossate a tubi cribrosi, sinon. di cellule annesse.
 
◆ Dim. compagnino, compagnétto, compagnùccio; pegg. compagnàccio (per un uso partic., v. la voce).

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