lunedì 7 aprile 2014

Cicuta


Cicuta

E te pur ama il generoso aprile.
Virulenta cicuta. Il sol, che infonde
La virtù nella vite e nelle bionde
Messi, t’educa e non ti tiene a vile.
Ti guardo e rido: oh strana cosa! e donde
Trasse Natura il tossico sottile
Entro il gracile stelo e nel gentile
Frastaglio inciso delle verdi fronde?
Ti guardo, e l’egro cor mi si dischiude.
E mi guizza un pensier dentro la mente
Siccome serpe in gorgo di palude:
Ti sia propizio il sole ed il veleno
Sia benedetto della tua semente,
Che d’ogni mal più rio guarisce a pieno.

Arturo Graf


amaro veleno infonde
animi soli e perde
significato lungo la via;
un sorso solo,
solo un momento;
poi il nulla...


La cicuta (Conium maculatum L., 1753) è una pianta della famiglia delle Apiaceae.
È una pianta erbacea a ciclo biennale che si può trovare fino a 1800 metri di altitudine. Comunemente nota come cicuta o cicuta maggiore, è originaria dell'Europa ed è passata alla storia quale leggendaria bevanda che sotto forma di infuso il filosofo Socrate fu condannato a bere per darsi la morte. Tuttavia, con tutta probabilità (dati i sintomi descritti nel Fedone di Platone), Socrate utilizzò una mistura di veleni (cicuta da Conium, oppio e datura). Conium maculatum è una pianta erbacea con radice carnosa di colore bianco. Presenta un odore sgradevole e nauseabondo, simile all'urina di gatto, soprattutto quando viene spezzata. Cresce spontanea nelle campagne italiane, dove preferisce i luoghi ben freschi (ai bordi delle siepi, nei pressi dei rigagnoli...). Il fusto, che può raggiungere 1-2 metri di altezza, è cavo, glabro, tipicamente arrossato verso il basso e presenta per tutta la lunghezza delle macchie rosso-vino. Le foglie possono raggiungere i 50 cm di lunghezza e 40 di larghezza, assumono una forma grosso modo triangolare e sono suddivise al loro interno in un gran numero di foglioline a bordi dentati (foglia composta pennatosetta). I fiori appaiono generalmente al secondo anno di vita e sono portati in infiorescenze ad ombrella di colore bianco. La pianta fiorisce tra aprile ed agosto.

Tutta la pianta è notevolmente velenosa e può portare alla morte. Ciò è dovuto alla presenza di almeno cinque diversi alcaloidi: la coniina, la conidrina, la pseudoconidrina, la metilconicina e la coniceina. La coniina — una neurotossina — è l'alcaloide più attivo ed agisce a livello delle sinapsi neuromuscolari.
La concentrazione dei principi attivi tossici varia in funzione della parte della pianta, in particolare:
  • frutti verdi: 0,73 - 0,98 %
  • frutti maturi: 0,50 %
  • fiori: 0,09 - 0,24 %
  • foglie: 0,03 - 0,18 %
  • fusti: 0,01 - 0,08 %
  • radici: 0,05 %
Si ritiene che la dose mortale per un essere umano sia di qualche grammo di frutti verdi. Nell'uomo l'ingestione della cicuta provoca problemi digestivi, cefalee ed in seguito parestesia, diminuzione della forza muscolare, e infine una paralisi ascendente.
La pianta è tossica sia per il bestiame che per l'uomo, e per questo motivo viene ignorata dagli erbivori. La dose letale per un cavallo è di circa 2 chilogrammi di foglie, mentre poco più di mezzo chilogrammo è sufficiente per una vacca. La dose letale per una pecora si aggira intorno ai 2 etti. I volatili in genere invece ne sono immuni. Il veleno agisce anche indirettamente, cioè può portare ad avvelenamento anche in seguito ad ingestione di un animale che se ne era cibato in precedenza (da wikipedia).

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