venerdì 21 giugno 2013

Vetrata tra storia e poesia

La vetrata è un insieme di lastre di vetro a differenti gradi di opacità, montate su intelaiatura di legno o di metallo (per lo più piombo). Viene usata per sigillare ed eventualmente decorare finestre o altro genere di aperture nelle pareti. Può avere funzione di parete divisoria. La tecnica utilizzata con intento decorativo è la pittura del vetro. Le figure di una vetrata sono realizzate con una serie di tessere di vetro colorato unite da un filo di piombo Sino al XIX° secolo i colori non sono dipinti sopra al vetro, ma il vetro stesso è già colorato.
La colorazione del vetro avviene durante la sua fusione, quando il vetraio mette nell’impasto le sostanze coloranti (i minerali come ossidi di ferro, di rame, ecc…); quindi il maestro vetraio lavora con vetri già colorati. Una volta che il vetro è fuso, egli ne preleva con una canna una parte e lo soffia imprimendo una rotazione alla canna stessa. La forza centrifuga fa sì che, questo "globo"(la parte prelevata)diventi un disco, una forma circolare piatta, dalla quale il maestro taglia le tessere. Questo vetro soffiato presenta delle "gobbe"perché non è liscio e uniforme e quindi neanche il colore lo è; infatti dove il vetro è più sottile, il colore sarà più sfumato, mentre dove il vetro è più grosso il colore sarà più intenso. Queste particolarità sono utilizzate per realizzare giochi di luce, di ombra e per dare anche un certo volume alle figure. Il taglio delle tessere, prima avveniva con dei ferri bollenti, poi in un secondo momento si utilizzerà il diamante, che incide la tessera che viene staccata con pressione. Alla fine, come ultima operazione, si compongono le tessere fino a farle diventare delle figure. Dopo si procede con la stesura della grisaglia, che è un colore scuro (nero, bruno, grigio scuro) che serve per fare i particolari (occhi, naso, capelli e le stesse pieghe dei vestiti). Questa è un’operazione molto importante perché altrimenti si vedrebbe una figura senza volume. Dopo che è stata passata la grisaglia si rimette il vetro in un forno (a 600°), in modo tale che la grisaglia (che per altro contiene anche del vetro polverizzato) si saldi perfettamente alla tessera. L’ultima fase è quella di ricomporre le tessere con i piombi (dalla rete).


Vetrata

O memoria, la terra è il tuo ritorno
negli occhi, le magnolie
in un torno di gridi dai cortili
traboccano, sui lividi ginocchi
spunta l’età più grande come un’alba.
Una febbre rimuove dagli stipiti
la madre dolcemente: là trasporta
simile a luce le vele dal porto:
afosa muove sulle braccia a chi
non scorda. Mentre un lampo rosa inonda
la finestra, l’attesa: una tempesta
di caldo, un bacio che fa vana ressa.
E i cani spenti di una festa delirano
di viola se grappoli di nulla
pendono già a un oriente.

Piero Bigongiari


di là dal vetro, io,
come un solitario,
quasi un ideale;
rivivo, rivedo,
riamo...

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