lunedì 8 aprile 2013

Poetica tra poesia e riflesso

L'opera poetica di Graf risente dell'atmosfera cupa delle leggende medievali, tipiche del primo romanticismo con le meditazioni sulla morte, sul male del mondo, la visione di paesaggi solitari e patetiche esistenze tragiche che troppo spesso si risolvono in macabre rappresentazioni e, solo di rado, in un più acuto simbolismo che consente all'autore di raggiungere un'efficace simbologia funebre, tetra, sommessa, percorsa da lunghi brividi musicali. Egli compose inoltre un gran numero di opere di critica letteraria che risentono del tentativo di partecipare alla filologia della scuola storica e rivelano la sapienza di un lettore sensibile ed entusiasta (dalla rete).



Primavera

Torna l’aprile e si rinnova il mondo,
E tutta un riso la natura appare:
De’ primi fiori inghirlandate, o care
Fanciulle, il crine inanellato e biondo.

Torna l’aprile ed in leggiadre gare
Apre natura il suo spirto profondo:
Sciogliete, o care vergini, a giocondo
Inno le voci armoniose e chiare.

Esultate, esultate al dolce orezzo.
Ché a voi s’addice e a vostra età fiorita,
Obbliviosa di una certa sorte:

Non a me, cui dà noja e fa ribrezzo
Questo rigoglio di novella vita
Intesa solo a preparar la morte.

Arturo Graf



dove sono i fiori?
dove le verdi foglie?
Aprile freddo,
primavera lontana...

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