venerdì 8 febbraio 2013

Coriandoli

I coriandoli sono piccoli ritagli di carta colorata usati nelle festività per essere lanciati in aria o su persone.
Tipici del Carnevale e di altre festività come il Capodanno. Spesso il loro uso è abbinato a quello delle stelle filanti.
Nella maggior parte delle lingue (fra cui inglese, tedesco, francese, olandese, svedese e spagnolo), anche lingue non indo-europee, i coriandoli sono stranamente noti come "confetti", o un adattamento ortografico.
L'origine della confusione linguistica ha origine nel Rinascimento quando in Italia ai matrimoni o durante il carnevale si usava lanciare veri e propri dolcetti, i confetti appunto.
È attestato che già prima del 1597 i confetti stessi erano anche chiamati coriandoli «cuopronsi i coriandoli di zucchero per confetti», ovvero si utilizzassero talora i semi della pianta del coriandolo al posto delle mandorle nei piccoli dolci. In seguito, pur rimanendo chiamati coriandoli si utilizzarono nei lanci palline di carta colorata o di gesso. Solo nel 1875 furono adottati i cerchi di carta, grazie all'inventiva dell'ingegner Enrico Mangili di Crescenzago (Milano), che iniziò a commercializzare come coriandoli i cerchi di carta di risulta dalle carte traforate utilizzate in sericoltura per l'allevamento dei bachi da seta. L'invenzione dei coriandoli di carta è stata tuttavia rivendicata dall'ingegner Ettore Fenderl: secondo un racconto da lui stesso riferito (e riportato anche in un'intervista alla radio Rai del 1957), per festeggiare il Carnevale del 1876 avrebbe ritagliato dei triangolini di carta in quanto non aveva il denaro per comprare i confetti di gesso allora in uso (da wikipedia).



Coriandoli

Colori sfarfallano lenti
in piccole mani gioiose
nella calca le mamme ritrose
conducono bimbi contenti;
immagini tediano il grigio
le ore di luce rischiarano
chi gioca la maschera invano
chi vive nel livido bigio.
A terra coriandoli, nell'aria sapori,
in un informe e variopinto ammasso
tra loro ora spunta qualche sasso
confuso tra i mille colori

Anonimo del XX° secolo
poesie ritrovate

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