lunedì 12 novembre 2012

Veleggiare tra poesia e riflesso

veleggiare v. intr. [der. di vela] (io veléggio, ecc.; aus. avere). –
1.
Navigare con un veliero o un’imbarcazione a vela: v. nell’oceano; v. al largo; v. per diporto; in senso traslato: sto di punto in punto per perdermi, mentre mi conviene veleggiar tra scogli ed onde così rotte, che mi fanno, come si dice, perder la bussola (Galilei, alludendo alle difficoltà della discussione). Con uso trans., poet., v. il mare o un mare, solcarlo, percorrerlo con nave a vela: il navigante Che veleggiò quel mar sotto l’Eubea (Foscolo); Te ... accolse il comico navile Veleggiando la tacita laguna (Carducci, con riferimento a Carlo Goldoni).
2.
a. estens. Volare con un aliante, eseguire il volo a vela, compiere un volo senza l'uso del motore.b. poet. Di uccelli, volare o avanzare nell’acqua con le ali aperte: al fuggente nuotatore [il cigno] Che veleggia con pure ali di neve (Foscolo). ◆Part. pass. veleggiato, anche come agg.: volo veleggiato, di uccelli e di aeromobili (v. volo, n. 1 a e b).

Veleggio come un'ombra

Veleggio come un'ombra
nel sonno del giorno
e senza sapere
mi riconosco come tanti
schierata su un altare
per essere mangiata da chissà chi. 
Io penso che l'inferno
sia illuminato di queste stesse
strane lampadine.
Vogliono cibarsi della mia pena
perché la loro forse
non s'addormenta mai.

Alda Merini


quando l'ombra si stinge
compare il sole e il colore
richiama alla mente la luce
così si ristà a si geme
come piccole fragili ali...

Nessun commento:

Posta un commento