angùstia s. f. [dal lat. angustia, der. di angustus «stretto»; cfr. angoscia]. –
1. letter. Strettezza, ristrettezza: a. di luogo, di spazio, di tempo. Anche fig., scarsezza, penuria: a. di viveri; sono stretto più che mai dall’a. di denaro (Carducci); trovarsi in angustie, in difficoltà, spec. finanziarie; meschinità, grettezza: a. di mente, d’idee.
2. Affanno, tribolazione: vivere in mezzo alle a., essere in un mare di angustie; pena, ansia, angoscia: tenere in a.; stare in a. per qualcuno; dare, recare, provocare angustia; il padre di Lodovico passò gli ultimi suoi anni in a. continue (Manzoni).
1. letter. Strettezza, ristrettezza: a. di luogo, di spazio, di tempo. Anche fig., scarsezza, penuria: a. di viveri; sono stretto più che mai dall’a. di denaro (Carducci); trovarsi in angustie, in difficoltà, spec. finanziarie; meschinità, grettezza: a. di mente, d’idee.
2. Affanno, tribolazione: vivere in mezzo alle a., essere in un mare di angustie; pena, ansia, angoscia: tenere in a.; stare in a. per qualcuno; dare, recare, provocare angustia; il padre di Lodovico passò gli ultimi suoi anni in a. continue (Manzoni).
Angustia
Fausto Colaiuda, Angoscia
, 1993, pietra |
Nelle pieghe dei sempre
riposano risapute angosce
nascoste dall'io dormono
ma ogni tanto riaffiorano
e stringono forte la gola
di quel nodo che so
e fatica il respiro.
Nel mentre di un nulla
rivedo un monotono scorrere
di cose passate, di vento
che spazza la mente
in un brivido gelido.
Anonimo del XX°secolo
poesie ritrovate
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