mercoledì 6 giugno 2012

Il topo che mangiava i gatti

Un vecchio topo di biblioteca andò a trovare i suoi cugini, che abitavano in solaio e conoscevano poco il mondo. - Voi conoscete poco il mondo, - egli diceva ai suoi timidi parenti, - e probabilmente non sapete nemmeno leggere. - Eh, tu la sai lunga, - sospiravano quelli. - Per esempio, avete mai mangiato un gatto? - Eh, tu la sai lunga. Ma da noi sono i gatti che mangiano i topi. - Perché siete ignoranti. Io ne ho mangiato più d’uno e vi assicuro che non hanno detto neanche: Ahi! - E di che sapevano? - Di carta e d’inchiostro, a mio parere. Ma questo è niente. Avete mai mangiato un cane? - Per carità. - Io ne ho mangiato uno proprio ieri. Un cane lupo. Aveva certe zanne… Bene, si è lasciato mangiare quieto quieto e non ha detto neanche: Ahi! - E di che sapeva? - Di carta, di carta. E un rinoceronte l’avete mai mangiato? - Eh, tu la sai lunga. Ma noi un rinoceronte non l’abbiamo visto mai. Somiglia al parmigiano o al gorgonzola? - Somiglia a un rinoceronte, naturalmente. E avete mai mangiato un elefante, un frate, una principessa, un albero di Natale? In quel momento il gatto, che era stato ad ascoltare dietro un baule, balzò fuori con un miagolio minaccioso. Era un gatto vero, di carne e d’ossa, con baffi e artigli. I topolini volarono a rintanarsi, tranne il topo di biblioteca, che per la sorpresa era rimasto immobile sulle sue zampe come un monumentino. Il gatto lo agguantò e cominciò a giocare con lui. - Tu saresti il topo che mangia i gatti? - Io, Eccellenza… Lei deve comprendere… Stando sempre in libreria… - Capisco, capisco. Li mangi in figura, stampati nei libri. - Qualche volta, ma solo per ragioni di studio. - Certo. Anch’io apprezzo la letteratura. Ma non ti pare che avresti dovuto studiare un pochino anche dal vero? Avresti imparato che non tutti i gatti sono fatti di carta, e non tutti i rinoceronti si lasciano rosicchiare dai topi. Per fortuna del povero prigioniero il gatto ebbe un attimo di distrazione, perché aveva visto passare un ragno sul pavimento. Il topo di biblioteca, con due salti, tornò tra i suoi libri, e il gatto dovette accontentarsi di mangiare il ragno.

da Favole al telefono di Gianni Rodari

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