lunedì 25 giugno 2012

Il greto

Il greto:
Lungo il corso principale del fiume si osserva un paesaggio solo in apparenza monotono e desolato: le acque scorrono tra isole di ghiaia e sabbia, scavando e modellando nuovi percorsi ad ogni piena. La variabilità delle portate e i fenomeni di erosione causano un continuo rinnovo dello strato superficiale del suolo; ciò modifica l’aspetto del corso d’acqua e non consente l’insediamento di associazioni vegetali permanenti. La scarsa vegetazione presente è infatti costituita da piante pioniere e annuali; solo nelle zone più elevate, non raggiunte dalle piene, crescono Pioppi e Salici a portamento arbustivo. Le isole di ghiaia e sabbia sono utilizzate da varie specie di uccelli che vi depongono le uova scavando una piccola buchetta. L’azione modellante delle acque del fiume è particolarmente evidente durante le piene autunnali e primaverili, quando le abbondanti precipitazioni gonfiano il fiume in maniera repentina, facendo aumentare la velocità della corrente. In questa condizione l’acqua erode le sponde, formando scarpate ripide di altezze variabili, formate da ghiaia, sabbia e a volte argilla, in quantità variabili. Quando nella stratigrafia della sponda si trova un materasso di sabbia o di sabbia e argilla, si crea una situazione favorevole all’insediamento di alcune particolari specie, che depongono le uova in fondo a gallerie scavate nelle sponde (dalla rete).

Fiume Taro, il greto

Righe di cielo

Cielo rigato di impronte,
pensieri volanti, ristagni
di vivere intenso, segreto;
là, al fiume, sul greto
rivedo te, vita, che bagni
le mani, la bocca, la fronte.

anonimo del XX ° secolo
poesie ritrovate

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