TESTIMONIANZA DI MACCALLI GIUSEPPINA: Tempo di guerra.
Sono ritornata dalla manifattura di Legnano nel 1941 e la guerra era già iniziata da oltre un anno. In bicicletta raggiungevo Crema perché avevo trovato lavoro presso il linificio e quando suonava l'allarme si correva ai rifugi che erano sotto lo stabilimento.
Si aveva la tessera data dal comune per acquistare il pane e la carne, ma siccome quello che ci davano non bastava, perché era tutto razionato allora ci si sfamava con polenta e minestra.
Alla sera c'era il coprifuoco, non si doveva accendere nessuna luce e oscurare le finestre, perché c'era la ronda delle squadre fasciste che controllavano e se scoprivano che qualcuno non eseguiva correttamente gli ordini era considerato una spia dei partigiani.
Il clima in paese era abbastanza tranquillo, ma c'erano i fascisti che bersagliavano i partigiani e le loro famiglie soprattutto quelli conosciuti: c'erano i rastrellamenti e gli uomini che venivano trovati erano mandati a lavorare alla T.O.D.T. e in Germania. Alla sera quando si sentiva il rumore degli aerei era il segnale di scappare perché venivano a bombardare gli obiettivi strategici e qualche fosso anche pieno d'acqua diventava un rifugio e la salvezza.
Ho ben impresso nella mente il funerale del partigiano di Izano Angelo Zanoni: c'era tutto il paese ma il clima era di tensione e paura perché i fascisti con in mano il fucile, avevano proibito ai partigiani qualsiasi manifestazione.
Venne finalmente il 25 aprile: quel giorno non si poteva uscire di casa e i fascisti erano in ritirata, mentre i partigiani avanzavano sul canale.
Mi ricordo che ero sul cancello di casa mia e ho visto i fascisti, che alloggiavano nel palazzo Noli, scappare su due camionette col ritratto del Duce posto sul davanti della macchina e con il mitra sulle spalle: si dirigevano verso Crema e non trovarono nessuna resistenza.
I partigiani, che erano sul canale entrarono in paese e presero possesso del Comune (IZANO NOVECENTO A cura di Marco G. Migliorini).
Una Farfalla Di Cenere
Sarà festa grande
al taglio del maggese
per coriandoli di farfalle innamorate
libere dalle culle
dell’amore agreste
Voleranno
verso la vela
tenera del cielo
tra grida pulite
di bambini
frammenti ansiosi
d’albe serene
nati dalla brace
della carne accesa
E tornerà puntuale
il ricordo
della bimba di Bologna
che sognava
una farfalla di fiordaliso
da chiudere
nella gabbia del cuore
Vedo la sua immagine
dibattersi prigioniera
fra i rovi delle schegge
come rosa di macchia
nella siepe
Ogni anno
- per non dimenticare -
un filo di calendule d’oro
illuminerà
il sentiero di cenere
grigio
come la dolcezza
d’un settembre
Angela
non rivedrà più
gronde di luna
né si scalderà
all’abbaino del sole
con occhi
di passero sperduto
Di lei resta solo
un volo immenso
di cenere
che si posò leggero
sui suoi capelli
“come solinga
lampada di tomba”
Giuseppe Bartoli
il silenzio trafigge un ricordo
che lieve si scioglie nel tempo
in un lungo passato lontano...
Quanto è passato da quel lontano giorno:
RispondiEliminaparole violate
dove la pace ha lasciato spazio alla guerra.
Anime ardenti
nella gelida notte
si spegne il giorno quando geme il cuore.