domenica 29 aprile 2012

Lettera

"La marionetta"
può essere considerata il testamento
spirituale dello scrittore colombiano
(Premio Nobel per la Letteratura nel 1982):
con questa poesia, inviata agli amici, egli
infatti si ritira dalla vita pubblica per motivi di salute.


Lettera di Addio

Se per un istante Dio si dimenticherà che
sono una marionetta di stoffa e
mi regalerà un poco di vita, probabilmente non
direi tutto quello che penso,
ma in definitiva penserei tutto quello che dico.
Darei valore alle cose, non per quello che valgono,
ma per quello che significano.
Dormirei poco, sognerei di più,
capisco che per ogni minuto che chiudiamo gli
occhi, perdiamo sessanta secondi di luce.
Andrei avanti quando gli altri si fermano,
starei sveglio quando gli altri dormono,
ascolterei quando gli altri parlano e
come gusterei un buon gelato al cioccolato!!
Se Dio mi regalasse un poco di vita,
vestirei semplicemente,
mi sdraierei al sole lasciando scoperto non solamente
il mio corpo ma anche la mia anima.
Dio mio, se io avessi un cuore, scriverei
il mio odio sul ghiaccio e
aspetterei che si sciogliesse al sole.
Dipingerei con un sogno di Van Gogh
sopra le stelle un poema di Benedetti
e una canzone di Serrat sarebbe la serenata
che offrirei alla luna.
Innaffierei con le mie lacrime le rose,
per sentire il dolore delle loro spine
e il carnoso bacio dei loro petali...
Dio mio, se io avessi un poco di vita...
Non lascerei passare un solo giorno
senza dire alle persone che amo,
che le amo.Convincerei tutti gli uomini e le donne
che sono i miei favoriti e
vivrei innamorato dell'amore.
Agli uomini proverei
quanto sbagliano al pensare
che smettono di innamorarsi
quando invecchiano, senza sapere
che invecchiano quando smettono di innamorarsi.
A un bambino gli darei le ali,
ma lascerei che imparasse a volare da solo.
Agli anziani insegnerei
che la morte non arriva con la vecchiaia
ma con la dimenticanza.
Tante cose ho imparato da voi, gli Uomini!
Ho imparato che tutto il mondo ama vivere
sulla cima della montagna,
senza sapere che la vera felicità
sta nel risalire la scarpata.
Ho imparato che
quando un neonato stringe con il suo piccolo pugno,
per la prima volta, il dito di suo padre,
lo tiene stretto per sempre.
Ho imparato che un uomo
ha il diritto di guardarne un altro
dall'alto al basso solamente
quando deve aiutarlo ad alzarsi.
Sono tante le cose
che ho potuto imparare da voi,
ma realmente,
non mi serviranno a molto,
perché quando mi metteranno
dentro quella valigia,
infelicemente starò morendo.

Gabriel Garcia Marquez


nausea e dolore comprimono
le sabbie del tempo, riarse,
in attesa di chissà quali umori;
nel fido consesso ritiro
le frasi e i pensieri latenti
come un guscio racchiudo
le mani rovinate dal freddo...


2 commenti:

  1. E' la poesia-preghiera che io abbia letto.
    Splendida!!!!!

    Poi il freddo prendera' lo spazio del sole
    che attenderà il nuovo giorno,
    e la lune con la luce argentea canterà alle stelle canzoni d'amore.
    Ma Signore,
    anche con i sogni dell'uomo,
    io sarò sempre una marionetta con l'anima,
    che vive, spera e ama,
    solo tu allora udirai la mia preghiera
    alla fine del mio giorno.
    "poesieinsmalto"

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  2. Annamaria,

    vorrei tanto saper scrivere così,
    Marquez ha capito quando smettere...
    e ha smesso...

    Gujl

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