Claude Monet, Pioppi lungo il fiume |
Piccoli dettagli presi in prestito dalla natura, trasfigurati dalla luce in un sublime spettacolo delle forme. E' quello che accade ad un filare di pioppi sulle rive del fiume Epte, immortalato da Claude Monet nel 1891.
Un motivo semplice, addirittura modesto se si pensa ai tappeti sconfinanti di papaveri o alle baluginanti ninfee nel giardino di Giverny o alla maestosa cattedrale di Rouen che tante volte il pittore francese - la cui opera "Impression. Soleil levant" esposta nel 1874 nella prima mostra del famigerato gruppo, diede il nome al movimento dell'impressionismo - ha dipinto.
Un tema, quello dei pioppi, dove l'artista cattura la spinta verticale dell'esile albero che quasi sembra perdersi nel cielo infestato di nuvole, per poi giocare con quello stesso sviluppo verticale dei fusti riflessi nell'acqua.
E la luce, nella serie di tele, fa la differenza.
Le pennellate brevi e audaci raccontano la foschia mattutina di un paesaggio autunnale regalando l'effetto di un raggio soffuso che accarezza la natura.
Le pennellate brevi e audaci raccontano la foschia mattutina di un paesaggio autunnale regalando l'effetto di un raggio soffuso che accarezza la natura.
Claude Monet, Pioppi nel sole |
Il bello della luce di Monet è proprio questo, afferrare l'atmosfera, ritrarre le radiose giornate di sole, accanto a quelle grigie di pioggia, attraverso la nebbia e sotto gli azzurri cieli dell'estate.
E anche lo spettacolo più plumbeo e cupo diventa affascinante.
Magari scegliendo un unico soggetto per condensare una serie sotto l'influenza meteorologica.
Magari scegliendo un unico soggetto per condensare una serie sotto l'influenza meteorologica.
Come accade ai suoi pioppi.
Cézanne diceva che Monet era "soltanto un occhio, ma che occhio!".
Un occhio che fagocitava luce, albe e tramonti, soli allo zenit e opacità invernali, riverberi acquatici e bagliori notturni.
Un occhio talmente accanito da consumare la sua vitalità visiva e da declinare nello spasmo della cecità.
Di passione per la luce si può anche soccombere, e gli occhi di Monet cominciarono a soccombere dal 1908, a 68 anni, per essere operato alle cataratte nel 1923 a tre anni dalla morte a 86 anni (dalla rete).
Claude Monet, I pioppi |
direi che i colori esplodono ed implodono
in queste meravigliose tele di Monet,
sicuramente uno dei pittori che preferisco.
Amo colori e i pastelli,
mi danno pace e serenità
anche se sono a volte racchiusi in piccole opere,
grandi poco più di niente, eppure così carichi
di cose dal sapore di buono...
Splendidi...Gujil.
RispondiEliminaAnch'io adoro Monet. Bugia, lo Amo !
Tutto Meraviglioso e interessante qui...
con tante cose da imparare sempre.
Grazie Gujil
Sabrina
L'aria muta all'istante
RispondiEliminanon piu' vento fra i nostri capelli
ma vaporosi colori che rendono bella la terra...
Che poesia,
che soffi di vita,
sospese fra i filari che risplendono al sole....
"poesiainsmalto".
care amiche
RispondiEliminache dire...solo grazie.
Gujil
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