martedì 20 dicembre 2011

a Fabio in viaggio

La morte
a Victor Hugo.

Come un mietitore la cui falce cieca
abbatte il fiordaliso e insieme il duro cardo,
come piombo crudele che nella corsa brilla,
sibila e inesorabile fende l'aria a colpirvi;

così l'orrenda morte si mostra sopra un drago,
passando tra gli umani come un tuono,
rovesciando, folgorando ogni cosa che incontri
impugnando una falce tra le livide mani.

Ricco, vecchio, giovane, povero, al suo lugubre impero
tutti obbediscono; nel cuore dei mortali
il mostro affonda, ahimè!, unghie di vampiro!
e sui bambini infierisce come sui criminali:

aquila fiera e serena, quando dall'alto dei tuoi cieli
vedi planare sull'universo quell'avvoltoio nero
non insorge il disprezzo (più che collera, vero?),
o magnanimo genio, nel tuo cuore?

Ma, pur sdegnando la morte e i suoi allarmi,
Hugo, tu sai appenarti per i poveri vinti;
tu sai, quando bisogna, qualche lacrima spargere,
qualche lacrima d'amore per chi non vive più.

Paul Verlaine
[1858.]


e sto pensando a te,
alla tua partenza, al tuo viaggio,
incidentale contatto di vita ora vai
e ti ho appena salutato...

la vita comprende cose che non riusciamo a capire, che non possiamo e non vogliamo accettare, la morte è sicuramente uno di questi aspetti...eppure esiste ed è lì tangibile attimo a ricordarci la nostra immensa fragilità.
Non conoscevo Fabio molto bene eppure siamo stati incidentali per un sacco di anni ed ora che è partito sento che, per poco che possa essere, mi manca qualcosa.

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